CATANIA – «Abbiamo la necessità di fare chiarezza in un settore delicato in cui è forte anche l’interesse della criminalità. Noi dobbiamo redigere il piano, dare le autorizzazioni, di finanziare impianti e a eseguire monitoraggio e controllo. E invece ci troviamo a dovere fare tutto noi, mentre le competenze su raccolta e smaltimento è di Comuni e Province». Lo ha detto il presidente della Regione, Nello Musumeci, a Catania, alla presentazione del piano dei rifiuti per l’isola con l’assessore Daniela Baglieri.
«Abbiamo trovato una differenziata al 22% – ha aggiunto Musumeci – quattro impianti pubblici che trattava il 29% dei rifiuti e altri 4 privati col 71%. Si è creato un sistema di oligopolio privato che potrebbe, se volesse, fare collassare il sistema».
«Nello smaltimento – ha ricordato il governatore – abbiamo trovato sei impianti pubblici, quattro dei quali già in esaurimento, e tre privati che avevano il 90% della raccolta. Abbiamo trovato la mancanza di un piano regionale, 10Srr non attive, carenza di impianti. lentezza burocratiche, impianti autorizzati con ordinanza del presidente, 511 discariche esauste non classificate. Nella raccolta differenziata – ha detto ancora – abbiamo trovato una bassa percentuale dei Comuni, scarsa sensibilizzazione dei cittadini, gare d’ambito non avviate. Tanto ci pensa la Regione a coprire le inerzie».
Il governatore ha annunciato la realizzazione a breve di un termoutilizzatore (un moderno termovalorizzatore) privato in Sicilia.
«Per realizzare un nuovo impianto in Sicilia ci vogliono cinque anni. Tempi vergognosi dovuti alla burocrazia nazionale e regionale. I termoutilizzatori privati si possono realizzare in tre anni. Tra pochi giorni lanceremo il bando per realizzarne uno, ma il controllo sarà della Regione. E’ un sistema “mangia rifiuti” che produce ricchezza: calore e energia. Senza questa soluzione resteremmo in mano all’oligopolio dei privati e della cultura delle discariche». Musumeci ha spiegato: «Non esiamo mai stati innamorati di questo sistema, ma è la soluzione per liberarci dalle discariche».
«Il governo regionale per la gestione dei rifiuti in Sicilia – ha spiegato il presidente della Regione, Nello Musumeci – si è posto come obiettivo, entro il 31 dicembre 2035, di arrivare a un tasso del 65% di riciclo e di portare al massimo al 10% del totale quelli raccolti da portare in discarica. Tra della realizzazione di un termoutilizzatore ci sono la drastica riduzione dei rifiuti in discarica, il recupero di calore e energia, la riduzione del costo di smaltimento dei rifiuti e dei costi ambientali e l’immunizzazione rispetto alle emergenze rifiuti. In Sicilia, attualmente, ci sono oltre 500 discariche esauste. Tra i contro gli elevati costi di realizzazione degli impianti e di gestione».
La Regione, sono i dati resi noti, è passata «al 42% di raccolta differenziata, quasi raddoppiata rispetto al 22% del 2017». «Centossantadue i Comuni siciliani con oltre il 65%di raccolta differenziata – ha aggiunto Musumeci – 268 quelli con oltre il 50% e 57 con meno del 35% nelle tre città di Palermo, Catania e Messina».
«Dobbiamo liberare la Sicilia dalla schiavitù delle discariche. Per 30 anni la politica ha lavorato per crearne soltanto di private, e ora i loro titolari dicono di volerle chiudere se non si raddoppia la capienza. I rifiuti non abbiamo dove conferirli. Allora ben vengano uno-due termoutilizzatori, come avviene in altre parti d’Italia, per produrre energia, calore e denaro. Le discariche sono offesa al buon senso e all’ambiente», ha concluso Musumeci affermando che l’emergenza sarà affrontata con soluzioni che non peseranno sulla tasca dei cittadini. Se il sistema in Sicilia dovesse arrivare al collasso noi faremo quello che fanno le altre regioni, anche quelle “ambientaliste”: venderemo i rifiuti all’estero. Io sarei del parere di rifarci sulle tasche dei politici che hanno creato questo disastro».