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IL DELITTO

La Motta era in auto con Santa, con Melina un “triangolo” finito in tragedia

L'ergastolano che poi si è suicidato era in auto con la Castorina subito dopo aver ucciso la Marino

Di Redazione |

Sulla Volkswagen nera di Lucio Valvo, il 55enne in carcere per concorso in omicidio per uno dei due femminicidi di Riposto dell’11 febbraio scorso, «era installato un dispositivo di rilevazione Gps formalmente autorizzato dall’autorità giudiziaria in un altro procedimento penale, che ha consentito, successivamente, di ricostruire il percorso fatto da quell'autovettura». E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip Luca Lorenzetti nei confronti dell’indagato. 

Questo ha permesso ai carabinieri di tracciare il percorso di quel giorno dell’auto che si sposta per la prima volta alle 6.51 da casa di Valvo per arrivare alle 7.31 a quella di Salvatore Turi La Motta, il 63enne ergastolano in permesso premio accusato dell’uccisione di Carmela Melina Marino, di 48 anni, sul lungomare di Riposto, e di Santa Castorina, di 50 anni, nella centralissima via Roma.

L’autore dei due femminicidi, che, scrive il giudice, aveva una relazione con le due vittime si è poi suicidato davanti la caserma dei carabinieri di Riposto. 

Dal rapporto del Gps si rileva che la Golf alle 8.30 fa una breve sosta nella via dove risiedeva Santa Castorina e quattro minuti dopo fa lo stesso nella strada in cui abitava Carmelina Marino. Alle 8.38 il Gps colloca l’auto in via Duca del Mare, luogo dell’omicidio della 48enne, dove sosta per pochi secondi e poi riprendeva la marcia. Poi, dopo avere percorso alcune vie di Riposto e Giarre, la Golf si ferma, alle 9.02, nelle immediate vicinanze dell’abitazione di Valvo dove viene poi trovata dai carabinieri. 

A Valvo, ritenuto dagli investigatori l’autista di La Motta, che era stato condannato al carcere a vita per associazione mafiosa e due omicidi, è contestato il concorso nell’uccisione di Carmelina Marino. 

Sull'uccisione di Santa Castorina, secondo una ricostruzione dell’accusa, ripresa nell’ordinanza, emerge l’ipotesi che vittima e omicida siano arrivati in via Roma a bordo della Fiat Panda della donna e l’omicidio sia stato commesso appena i due sono scesi dalla vettura.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA