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IL CASO

La morte di Margaret dopo l’anestesia: i due medici rischiano nuove accuse, agli atti il video in cui cercano di rianimarla

Per padre e figlio si profilano nuove accuse relative alla struttura dove è avvenuto il fatto e alle procedure utilizzate per effettuare l’intervento

Di Redazione |

Potrebbe aggravarsi la posizione di Marco e Marco Antonio Procopio, padre e figlio, i due medici indagati nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma per omicidio colposo in relazione alla morte della 22enne, Margaret Spada, originaria di Lentini, deceduta durante un intervento di rinoplastica in un ambulatorio di un centro medico della Capitale.

Il pm titolare del fascicolo Erminio Amelio affidando l’incarico per l’autopsia, che si svolgerà domani all’istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata, ha chiesto di appurare se i sanitari durante l’intervento di rinoplastica parziale si siano attenuti alle procedure e se abbiano seguito le linee guida o, in assenza di queste, se sono previste buone pratiche. E con l’ausilio dei carabinieri del Nas la procura ha chiesto inoltre di accertare se la struttura era sicura e attrezzata per l’intervento e per gestire l’emergenza. Nella struttura non sarebbe stato trovato alcun documento, cartella clinica, consenso informato né registrazione, relativi all’intervento.

Intanto è agli atti un video di pochi secondi, girato nel centro medico, dal fidanzato che ha ripreso dalla porta il momento in cui i medici tentavano di rianimare la ragazza. L’intervento, di rinoplastica parziale, sarebbe costato poco meno di 3mila euro ed era stato prenotato in estate. Secondo il racconto del ragazzo sentito dagli investigatori la giovane poco prima dell’intervento aveva mangiato mezzo panino e bevuto una bevanda analcolica.

Margaret aveva affrontato un viaggio di centinaia di chilometri per farsi operare proprio da quel chirurgo plastico che su TikTok prometteva il rimodellamento del naso con un intervento «mini invasivo» e senza cicatrici. In base a quanto si apprende la ragazza desiderava correggere un «inestetismo della punta del naso», era in attesa dell’intervento da alcuni mesi dopo avere effettuato la prenotazione in estate.

La ragazza di Lentini era arrivata nella capitale la mattina dell’intervento. Dopo la rapida colazione con il fidanzato, ha raggiunto in tarda mattinata l’ambulatorio all’Eur, nel quadrante sud della città. Ha atteso un pò prima di entrare nella stanza operatoria. Lì, non appena fatta l’anestesia, ha iniziato a stare male tanto che i medici hanno avvisato il fidanzato che si trovava nella sala d’attesa. Sarà ora l’autopsia, che verrà effettuata nei prossimi giorni al policlinico di Tor Vergata, a chiarire con esattezza le cause della morte di Margaret. L’esame autoptico potrà stabilire se la ventiduenne possa aver avuto una reazione allergica all’anestesia o se, ad esempio, sia stata letale qualche altra sostanza somministrata.

Intanto la famiglia, sconvolta, chiede verità. «Era il suo sogno – dicono – e purtroppo non lo ha realizzato. Era un piccolo intervento in anestesia, aspettiamo di capire meglio cosa è successo». I genitori e la sorella di Margaret, circondati dall’affetto di tante persone, aspettano di conoscere le cause della morte.

«Sapevano dove la figlia si era recata per fare l’intervento e Margaret si era affidata a un chirurgo italiano – spiega l’avvocato Alessandro Vinci – non ha seguito mode o tendenze. Quella struttura doveva dare garanzie ma toccherà all’indagine accertarlo». Per il legale «la cosa assurda è che comunque si trattava di un intervento di routine e che una ragazza di 22 anni torna a casa dentro una bara, è inaccettabile».

Sgomento intanto a Lentini dove la famiglia di Margaret è molto conosciuta. Le istituzioni locali hanno espresso vicinanza alla mamma Loredana e al papà Giuseppe, un ex consigliere comunale. Tantissimi i messaggi di cordoglio sui social. «Eri così bella e tanto dolce è inaccettabile una cosa del genere» scrive un conoscente. Mentre un’amica di famiglia sottolinea: «E’ una morte ingiusta, non ci sono parole».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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