CATANIA – In qualsiasi modo, con la stanchezza che sta per sopraffare da un momento all’altro, ma comunque esserci. Metal detector o no, la Messa dell’Aurora resta immutata. La gente aspetta che la Cattedrale apra il portone principale. Ancora prima dell’alba la folla anima un Duomo quasi completamente avvolto dall’oscurità. “Sant’Aituzza” prima di tutto; anche del freddo. Un momento di grande spiritualità con la Patrona in mezzo alla sua gente. Maestosa, quasi di fronte ai volti di migliaia di fedeli, i sacchi bianchi dei devoti che riempiono la Cattedrale. Nessuna ressa ma tanta compostezza ed ordine.
In piazza trepidazione ed emozionante attesa nel rivedere, dopo un anno, la propria Agata. Tra loro anche chi ha scelto di ammirare l’evento dall’alto. Ovvero dai balconi e dalle terrazze che circondano la piazza principale di Catania. Quel palazzo dei Chierici che diventa posto in prima fila quando la Vara comincerà il suo giro esterno.
Ad ammirare lo spettacolo c’è anche Ivan Recca milanese d’adozione ma catanese nel cuore che finalmente, dopo dieci anni, ritorna ad abbracciare Agata. Accanto a lui c’è la cugina Monica Pizzino: “Anche se molti persone sono state costrette ad emigrare nessuno si sogna di dimenticare le proprie radici- dice Pizzino- anche se sparsi per i quattro angoli del Globo, Sant’Agata sarà sempre in mezzo alla sua gente. Nessuno può resistere alla commozione nel vedere le immagini emozionanti del fercolo”.
Intorno alle 7.20 comincia lo spostamento del busto e dello scrigno reliquiario verso l’esterno, dove davanti alla cattedrale è già posizionata la vara. E’ giorno, quando Sant’Agata si mostra ad una piazza Duomo in festa. Ancora un ultimo atto, quello dell’intervento del parroco della Cattedrale, Barbaro Scionti, prima di sancire l’affidamento della Santa ai catanesi.
Lasciata la cattedrale, Sant’Agata si dirige verso porta Uzeda. Comincia da qui il suo lungo giro esterno per riabbracciare i sui devoti, la sua gente.