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La mafia nel piatto: è allarme sulle infiltrazioni nella ristorazione

La mafia nel piatto: è allarme sulle infiltrazioni nella ristorazione

Oltre due miliardi il fatturato in tutta Italia de con una preoccupante pesenza a Palermo, Firenze, Milano, Roma. «La criminalità si presenta con imprenditori in doppio petto»

Di Redazione |

ROMA – Oltre 5.000 locali, 20 mila addetti, 2,5 miliardi di fatturato in tutta Italia, con un’allarmante crescita della presenza a Roma, Milano, Firenze, Palermo: sono i numeri dell’infiltrazione della Mafia Spa nel settore della ristorazione, secondo quanto sottolineato dalla Confesercenti in una nota.   «La profonda condizione di sofferenza della maggior parte degli imprenditori – osserva Esmeralda Giampaoli, presidente di Fiepet-Confesercenti – rappresenta il terreno ideale per le infiltrazioni». «La criminalità organizzata – aggiunge – oggi si presenta con imprenditori in doppio petto, con esperienza nel settore e grande liquidità e spesso i ristoratori in difficoltà cadono nella rete».   «Spesso l’ingresso della criminalità nella struttura societaria e nella gestione degli esercizi di ristorazione e di intere catene – afferma Lino Busà, coordinatore di Sos Impresa-Confesercenti – produce una distorsione del mercato, mettendo fuori gioco i ristoranti più piccoli o comunque tutti quelli che non accettano la strada facile o il ricatto delle mafie per trovare una soluzione alle difficoltà in cui si trovano. Chi fa del riciclaggio e del reinvestimento di proventi illeciti il vero core business della propria attività – conclude Busà – contribuisce a decretare la fine delle imprese sane che lottano per la sopravvivenza scegliendo la strada della legalità».

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