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La confessione non basta, i misteri dell’omicidio di fratel Leonardo

Di Mario Previtera |

RIPOSTO –  Permangono ancora punti oscuri sulla tragica fine del prelato camilliano Leonardo Grasso, 78 anni, il cui corpo carbonizzato è stato rinvenuto all’alba di sabato scorso dai vigili del fuoco accorsi per spegnere le fiamme divampate nella struttura di assistenza ai malati di Aids “La Tenda di San Camillo” a Riposto.

Le fiamme sono state appiccate, come è stato poi accertato dai carabinieri di Giarre e del comando provinciale di Catania, da un 52enne, ospite della comunità fondata dalla vittima, noto alle forze dell’ordine per i suoi numerosi precedenti. Il presunto omicida pochi minuti dopo i tragici fatti è stato bloccato a Catania mentre era alla guida della vettura della vittima. La localizzazione del mezzo è stata il frutto di una brillante intuizione della centrale operativa dei carabinieri di Giarre. L’uomo in attesa della convalida dell’arresto da parte del Gip ha trascorso la sua prima notte in carcere a Caltagirone, dove è stato condotto al termine di un lungo interrogatorio.

Probabilmente oggi, il 52enne affronterà l’interrogatorio di garanzia dinanzi al Gip. Al sostituto procuratore Angelo Brugaletta, che ha disposto il suo fermo con l’accusa di omicidio volontario aggravato, assistito dal legale di fiducia, il presunto autore del grave fatto di sangue ha confessato l’omicidio, fornendo però dei particolari che non hanno convinto del tutto chi indaga. Sul movente che l’uomo ha ricondotto a motivi personali, rimangono parecchi punti ancora da chiarire. Così come sulla stessa dinamica. Il 52enne ha ammesso di avere cosparso di alcool la vittima e aver appiccato il fuoco con un accendino, ma ha negato con forza di averla picchiata con un bastone. Circostanza quest’ultima emersa durante le fasi preliminari delle indagini. La Procura di Catania per fugare ogni dubbio ha disposto l’autopsia.

Frattanto sul passato del presunto omicida emergono nuovi particolari. L’uomo, nell’ottobre del 2017, a seguito di una furibonda lite scaturita per dissidi di natura familiare, ha aggredito nella loro abitazione, alla periferia di Santa Venerina, l’ex convivente, una 47enne e l’ex suocero, un 68enne, prima colpendoli a calci e pugni con inaudita violenza e poi sferrandogli diversi fendenti con due coltelli, uno a serramanico e l’altro a scatto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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