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La commissaria Ue a Lampedusa: «Non siete soli». E Piantedosi: «Nessun Cpr sull’Isola»

La prima visita di una rappresentante delle istituzioni europee nella porta d'ingresso di una delle più affollate rotte migratorie verso il continente

Di Alfredo Zermo |

L’Ue sembra finalmente accorgersi di Lampedusa e il segno concreto è la visita della commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson che questa mattina è atterrata sull’isola e ha visitato l’hotspot di contrada Imbriacola (svuotato e ripulito per l’occasione). È la prima visita di un rappresentate delle istituzioni europee in quella che è la porta d’ingresso di una delle principali rotte migratorie verso il continente. «La vediamo come un segno, la vicinanza dell’Europa ai problemi dell’Italia e di Lampedusa, ai paesi di primo arrivo dei migranti – ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – . E’ una presenza concreta quella di Ylva Johansson che è stata preceduta e verrà seguita anche da atti concreti che la commissione europea sta ponendo in essere per supportare l’Italia in questo delicato compito di essere Paese di primo ingresso».

«Uniti siamo più forti»

«Una cosa bisogna dirla – ha affermato la commissaria rivolgendosi ai lampedusani nel corso della conferenza stampa con il ministro -: questa (dell’immigrazione ndr) non è solo una sfida italiana, maeuropea. Non siete da soli».

«Nessuno Stato membro deve essere lasciato solo ad affrontare il fenomeno della migrazione: se siamo uniti siamo molto più forti. Il nostro accordo è un importante passo in avanti, si tratta di una legislazione solida che ci dà una base solida».

La legislazione

L’Unione europea «vuole fare di più dal punto di vista finanziario» ma questo «non è sufficiente se non è supportato da una legislazione europea. Qualche settimana fa a Lussemburgo c’è stata una svolta: abbiamo potuto varare la prima parte di una legislazione e abbiamo raggiunto un supporto stabile, con qualche piccola eccezione».

Secondo Ylva Johansson, «bisogna lavorare con i Paesi di origine e di transito, perchè l’immigrazione ci sarà sempre ma bisogna arrivare al punto di gestirla insieme a quei paesi che ne sono l’origine e insieme a loro dobbiamo combattere i trafficanti di esseri umani. Dobbiamo investire di più per migliorare le condizioni di questi Paesi e l’Italia sta svolgendo un grandissimo ruolo in questo».

L’hotspot

«L’Italia è sempre sotto una fortissima pressione migratoria e quest’anno è cresciuta moltissimo – ha affermato ancora la commissaria europea per gli Affari Interni – sono arrivati fino ad ora più di 65 mila migranti e molti di questi sono arrivati qui a Lampedusa. L’Italia sta cercando di far fronte in tutti i modi, ha anche varato una nuova legislazione, ma sono particolarmente colpita dal lavoro che viene fatto qui, a Lampedusa, ogni giorno, da tutti coloro che lavorano per offrire le condizioni migliori a chi arriva su quest’isola. E ringrazio il governo, le associazioni, la Guardia costiera e la polizia. Grande lavoro anche della Croce rossa che in pochissimo tempo ha migliorato questo hotspot».

Vocazione turistica

Dal canto suo il ministro ha voluto anche rassicurare le istituzioni locali e il sindaco Filippo Mannino che ha chiesto «che venga rispettata la vocazione turistica di Lampedusa, ma anche tutte le misure decise nell’ambito della dichiarazione dello stato d’emergenza deliberata dal Consiglio dei ministri lo scorso 11 aprile».

«L’hotspot di Lampedusa continuerà ad esistere con la stessa vocazione attuale, ossia quella di base di transito» ha garantito , rispondendo alle domande dei giornalisti, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Una dichiarazione attesa soprattutto dagli abitanti dell’isola dopo che il 7 giugno il prefetto Valerio Valenti, commissario per l’emergenza migranti, facendo il punto sulla situazione dell’hotspot affidato alla Croce rossa italiana, non aveva escluso la possibilità di creare un centro di permanenza di migranti proprio a Lampedusa.

Lo sforzo

«Non esistono soluzioni miracolose, esauribili in pochi giorni, con effetto immediato – ha detto ancora Pitanedosi – ma stiamo costruendo qualcosa che possa consentire in un futuro prossimo, la gestione di un fenomeno che mette insieme aspetti umanitari, ma anche di sicurezza e contrasto dell’ignobile traffico di essere umani che purtroppo è molto attivo e proficuo».

«Ci tenevamo a dare un segnale tangibile dello sforzo che fa l’Italia – ha concluso Piantedosi – e io ringrazio anche il sindaco di Lampedusa per l’impegno, la collaborazione e la sofferenza nella gestione di questo luogo di arrivo. Al di là di ogni regolamentazione del fenomeno, noi rimaniamo convinti che uno dei principali obiettivi deve essere combattere quelli che sono i traffici internazionali di esseri umani».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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