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La cattura di Messina Denaro e la verità del padrino: «Mi avete preso per un mio errore, nessuno ha tradito»

Le carte del processo Bonafede con l'interrogatorio del boss catturato a Palermo

Di Redazione |

«Mi avete preso per il male sennò non mi prendevate. Con la mente ho ricostruito tutto come èstato il discorso, so che non c’è stato nessun traditore. La mattina che mi hanno arrestato la prima cosa che uno pensa è che qualcuno ha tradito. E’ stato tradito Gesù Cristo e allora il colonnello mi ha detto “le assicuro che non l’ha tradita nessuno” e io non gli ho creduto. Poi ragionando ho detto: vero è. Ho letto le carte e mi sono fatto pure una logica».

E’ un passaggio dell’interrogatorio reso da Matteo Messina Denaro ai pm di Palermo il 7 luglio scorso nel carcere de L’Aquila. Il bossa ha precisato: «Mi avete preso per la malattia o per un errore mio, dirlo a mia sorella. Perché gliel’ho detto? Non volevo farmi trovare morto e nessuno in famiglia sapeva niente».Il boss si riferisce al fatto che l’appunto della sorella sulla malattia di Messina Denaro, trovato nel bracciolo di una sedia, fu l’inizio delle indagini che portarono all’arresto.

«Che vita facevo a Palermo? Libero come quella di Campobello, perché bene o male voi avete scandagliato quella di Campobello (il paese in cui ha trascorso gran parte della latitanza ndr), ma in genere sempre quella vita faccio, cioè lo stesso fac-simile. Le mie amicizie non è che iniziano e finisconosolo nel mondo che voi considerate mafioso, non è così, le mie amicizie erano dovunque», aggiungeva.

«Io ho una famiglia rovinata… ma alla fin fine quale colpa ho avuto io? Posso avere colpe personali: impiccatemi, datemi tutti gli ergastoli che volete; ma che la mia famiglia sta pagando da una vita questo tipo di rapporto con me, perché mi viene sorella o mi viene fratello… Io so soltanto una cosa – aggiunge – che, però non sto facendo nessun atto di accusa, quello che… che mi avete distrutto una famiglia, rasa al suolo, ci sono dei sistemi che non vanno, lasciamo stare le condanne, ci sono dei sistemi che non vanno; ora sento dire: case distrutte… perché mia mamma che è: latitante o mafiosa? Lei…la legge, lo Stato gli ha distrutto la casa, i mobili fatti a pezzettini. Cioè dove lo volete trovare un dialogo, quando ci sono questi comportamenti?», dice ai magistrati mostrando un evidente risentimento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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