Catania – Non c’è nessuno nell’appartamento di via Barbagallo Pittà, una traversa stretta e lunga nel cuore del “Fortino” a Catania. Anche i carabinieri ieri sono rimasti davanti a quel portone grande e vetusto al civico 27 dove abitava Adele Puglisi, una delle nove vittime italiane dell’attentato a Dacca. Purtroppo è confermato, ciò che fino alle prime ore di stamani sembrava incerto. La manager dell’Artsana, 54 anni di Catania risulta tra le vittime dell’ennesima strade dell’Isis che questa volta ha scelto come obiettivo il Bangladesh, colpendo a morte venti persone che si trovavano all’interno di un bar-ristorante.
Nel portone di via Pittà, non c’è neanche un citofono, soltanto una targhetta di legno in cui il cognome Puglisi si legge a stento. La signora Puglisi, single e senza figli, abitava lì in un appartamento al secondo piano, attiguo a quello in cui risiede anche il fratello, da qualche giorno trasferito nella casa al mare di Punta Secca nel ragusano. I vicini di casa sanno poco di quella signora cinquantenne sempre in giro per il mondo. Uno dei suoi dirimpettai ci racconta di averla conosciuta, anche se in modo sporadico. «Posso soltanto dire che era una donna riservata e cortese – afferma affacciato dal balcone -, qui c’era sempre poco: stava alcuni giorni e poi ripartiva, era sempre impegnata all’estero per lavoro».
L’abitazione di Adele Puglisi a Catania (foto C.Marino)
Pare che infatti quella residenza catanese fosse per Adele Puglisi un “buen retiro” per non più di un mese all’anno. Qualcuno di lei non ha mai neanche sentito parlare, nonostante i fratelli Puglisi abitassero in quella zona già da una decina di anni. E nella via, da cui si accede sia da via Garibaldi sia da via Vittorio Emanuele, la storia di Adele comincia a conoscersi adesso. Già ieri sera, quando il nome di questa signora catanese, era comparso nell’elenco dei dispersi, i carabinieri del Comando Provinciale di Catania avevano fatto un sopralluogo, destando la curiosità di quanti si chiedevano cosa fosse accaduto. Adele Puglisi, che secondo le testimonianze di alcuni amici, pare fosse stanca di girare il mondo, sarebbe dovuta rientrare a Catania domani, il fratello e i suoi amici si stavano organizzando per accoglierla. Probabilmente la cena a cui ha partecipato era per salutare una sua amica, Nadia Benedetti, anche lei uccisa dai terroristi, prima di partire dal Bangladesh per la Sicilia.