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Intercettazione Crocetta Tutino Niente immediato per cronisti

Intercettazione Crocetta Tutino Niente immediato per cronisti

Secondo il Gip Gioacchino Scaduto non c’è l’evidenza della non esistenza della conversazione su Lucia Borsellino tra il presidente della Regione e il suo medico personale

Di Redazione |

Il presidente dei Gip, Gioacchino Scaduto, ha rigettato la richiesta di giudizio immediato per i giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi, autori dell’articolo sulla presunta intercettazione tra il governatore siciliano Rosario Crocetta e il suo medico Matteo Tutino in cui avrebbero parlato dell’allora assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino. Il medico, accusato di falso, truffa e peculato, secondo quanto ricostruito dai due giornalisti avrebbe detto a Crocetta che “Lucia Borsellino va fatta fuori come il padre”. L’intercettazione, pubblicata da l’Espresso, è stata smentita dalla procura di Palermo che ha così indagato Messina e Zoppi per calunnia e pubblicazione di notizie false ed esagerate. L’intercettazione, come accertato in un incidente probatorio, non è agli atti di nessuna inchiesta a Palermo. Per il gup, che ha accolto l’opposizione degli avvocati Nino Caleca, Carlo Federico Grosso e Fabio Bognanni, non c’è l’evidenza della prova richiesta dal giudizio immediato. Secondo Scaduto, l’evidenza della prova, indispensabile per il giudizio immediato, non c’è perché non è del tutto accertato che non ci sia stata una fuga di notizie. La perizia non ha analizzato tutto il materiale chiesto dalla difesa, quindi non è detto che, in forma almeno simile, non ci sia una intercettazione di quel tenore. Il gup Agostino Gristina aveva infatti limitato il riascolto e la trascrizione delle conversazioni tra Tutino e Crocetta alle sole intercettazioni fornite dalla polizia giudiziaria. Gli avvocati avevano invece chiesto il riascolto e la trascrizione anche delle intercettazioni ritenute non utilizzabili dal pm. Adesso la Procura dovrà chiedere il rinvio a giudizio, passando dall’udienza preliminare.

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