Infrastrutture, in Sicilia 10 miliardi di opere pubbliche da sbloccare

Di Redazione / 28 Marzo 2019

PALERMO – «In Sicilia ci sono opere da sbloccare per 10 miliardi di euro. Di queste, buona parte sono di competenza di Anas e Rfi, società dalle quali il governo regionale, nonostante sia in pressing da oltre un anno, non riesce ancora ad ottenere la soluzione dei problemi sorti e, in alcuni casi, persino le progettazioni. Sono fondi che saranno revocati se gli appalti non saranno affidati entro il 2021, evenienza che la Sicilia non potrebbe tollerare. Ecco perchè il governo regionale intende percorrere tutte le strade possibili per intervenire con ogni mezzo e ottenere al più presto risultati concreti da Anas e Rfi». Fulvio Bellomo, dirigente generale del dipartimento regionale Infrastrutture, lo ha detto intervenendo ad un incontro organizzato da Ance Sicilia sul Bim, la nuova metodologia informatica che, attraverso la digitalizzazione dei progetti, «può velocizzare – ha osservato Bellomo – il passaggio dalla concezione dell’opera alla fase del progetto fino all’apertura e gestione rapida e razionale del cantiere. Anche per questo la Regione è pronta a recepire un Prezziario che tenga conto di queste nuove procedure», che in atto sono obbligatorie per interventi di importo superiore a 100 milioni di euro. «Ci sono 5 miliardi per la velocizzazione della ferrovia Palermo-Catania – ha ricordato Bellomo – ma da due anni Rfi non riesce a tirare fuori un solo progetto. Una lentezza inspiegabile. Fra le nuove opere viarie da sbloccare, ci sono la tangenziale di Gela per 316 milioni, la tangenziale di Catania per 214 milioni, la tangenziale di Agrigento per 200 milioni».

«Per non parlare – ha aggiunto Bellomo – dei quattro lotti della Nord-Sud, per sbloccare i quali la Regione ha stanziato 100 milioni: ebbene, sul lotto B5, valore 87 milioni, l’Anas non riesce ancora a superare un contenzioso».

Sul fronte dei lavori ferroviari, oggi l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, sarà al ministero dello Sviluppo economico “per sollecitare l’emanazione degli input necessari a fare ripartire i cantieri – ha riferito Bellomo -. Ad esempio, il commissario della Tecnis attende indicazioni riguardo all’anello ferroviario di Palermo, il cui completamento è legato alla cessione del ramo d’attività alle imprese che succedono in graduatoria; siamo riusciti a sbloccare il passante ferroviario di Palermo, ma ancora mancano le stazioni di Capaci, via Lazio e interventi a Sferracavallo».

Ma da Roma servono poi risposte certe e fatti concreti «per sbloccare infrastrutture viarie fondamentali come la Agrigento-Caltanissetta e la Palermo-Agrigento, al cui completamento mancano lavori per 200 milioni complessivi, oltre alla soluzione per pagare i creditori della Cmc in crisi». Per fortuna, ci sono anche buone notizie: “Il governo è riuscito finalmente a sbloccare il raddoppio della ferrovia Ogliastrillo-Castelbuono, per 452 milioni – ha evidenziato Fulvio Bellomo -, i cui lavori riprenderanno il 16 aprile dopo uno stop di cinque anni”. 

«Per la manutenzione della viabilità interna – ha aggiunto Bellomo – la Regione ha stanziato 250 milioni e ha appena firmato la convenzione con cui le ex Province, che non hanno più i mezzi per fare i progetti, affidano al Dipartimento regionale tecnico, che opererà in sinergia con la nuova Struttura regionale di progettazione e con le categorie dei liberi professionisti, il compito di redigere gli elaborati. Contiamo di affidare entro l’anno 70 interventi per 111 milioni secondo un Piano straordinario che abbiamo già approvato, dando priorità alle aree interne più disagiate delle province di Enna e Caltanissetta. Infine, dopo il crollo del Ponte Morandi abbiamo censito 1.900 punti di criticità sui viadotti in Sicilia, ma l’Anas ancora non è riuscita a darci risposte circa il monitoraggio degli interventi da eseguire. Per questo abbiamo stanziato 5,4 milioni e contiamo di coinvolgere in questa attività i liberi professionisti».

Per Giuseppe La Rosa, direttore di Ance Sicilia, «la novità del Bim rappresenta l’occasione per le nostre imprese di compiere un salto di qualità e di non perdere il passo con le aziende del Nord e degli altri Paesi. Infatti, sempre più saranno prese a riferimento e avranno priorità negli affidamenti le imprese che si sono già dotate di questa nuova metodologia di progettazione. Una nuova strada che richiede formazione, impegno e investimenti, ma che sta già aprendo molteplici occasioni di lavoro anche per i professionisti siciliani». 

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