In Sicilia più metri cubi abusivi che abitanti: il report shock

Di Gioacchino Schicchi / 05 Giugno 2019

AGRIGENTO – Cinque milioni di abitanti, quasi sei milioni di metri quadrati di abusi edilizi realizzati. Come se ogni siciliano, compresi i neonati, si sia fatto carico di costruire negli ultimi otto anni almeno un abuso di un metro quadro e poco più.
Un’isola che galleggia in un mare di calcestruzzo abusivo e che molto difficilmente si potrà riuscire a rimuovere in modo significativo.

A tracciare il quadro complessivo è il Servizio 5 del dipartimento urbanistica dell’assessorato regionale al territorio e ambiente, autrice di un poderoso report di centinaia di pagine con il quale fa il punto dell’edificazione abusiva dal gennaio del 2009 al dicembre del 2017 riportando i dati inseriti nel “Siab”, un sistema informatizzato della Regione nato anni fa – e a lungo inutilizzato – appunto per censire il fenomeno. Sono state necessarie centinaia di diffide perché i Comuni iniziassero a caricare i dati che, sebbene magari non pienamente attendibili, restituiscono probabilmente in buona parte l’urgenza di un fenomeno del quale si parla poco. Un silenzio spesso doloso.

Cedendo alla mera statistica, va detto che gli abusi hanno una propria identità chiara e determinata, e, soprattutto, una collocazione su base isolana abbastanza chiara.

Catania è, in termini di numeri assoluti, la realtà in cui in questo decennio si è registrato il numero maggiore di costruzioni abusive: sono oltre 6mila e rappresentano il 23% del dato complessivo. Se guardiamo invece alla cubatura complessiva degli abusi, prima in Sicilia è la provincia di Caltanissetta, dove si è costruito in media 509 metri cubi. Ben altri “record” e più numerosi “successi” spettano invece ad un territorio che per anni dell’abusivismo è stato il simbolo, con la sua Valle dei Templi minacciata da un cemento che però, nel tempo, è rimasto ben lontano dalle meraviglie archeologiche in essa contenute e più di recente con la crociata solitaria della Procura che ha portato alla demolizione di oltre un centinaio di immobili abusivi solo a Licata. Stiamo parlando, ovviamente di Agrigento. La provincia è, secondo il report, la prima per metri quadrati di abusi realizzati per cittadino residente (1,79 metri cubi ciascuno) e anche la prima per metri cubi di abuso realizzato in rapporto alle abitazioni occupate dai residenti (4,59 mc). Ogni metro cubo costruito e abitato ce ne sono quindi più di quattro di strutture totalmente abusive. Un dato particolarmente significativo perché significa che in larga parte gli abusi commessi non riguardano piccole variazioni agli immobili, ma la realizzazione di nuove strutture ex novo senza alcun titolo edificatorio o l’ampliamento dei volumi delle stesse senza qualsivoglia autorizzazione.

Una città nella città, che toglie spazi vitali e stravolge le già traballanti programmazioni urbanistiche e rispetto alla quale si continua a fare poco, per non affrontare un problema potenzialmente gigantesco (con quali risorse demolire? Dove spostare le persone sfollate?) e per non toccare quello che il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha chiamato più volte senza giri di parole “il partito degli abusivi”.

«Un fronte politico trasversale che è ancora forte, fortissimo» commenta il direttore regionale di Legambiente Claudia Casa. Agrigentina, c’era anche lei, giovanissima, a fronteggiare gli abusivi negli anni più “caldi” e dolorosi della città. «Rispetto a quel tempo – continua – il cosiddetto ‘partito degli abusivi’ ha certamente cambiato strategia. Non fa più iniziative pubbliche, non organizza marce, ma continua ad avere un suo peso e soprattutto molti amministratori continuano a tenere gli occhi chiusi e possiamo con certezza che questa interlocuzione è un circolo vizioso che non si è spezzato e che anzi, dato che non si manifesta più in modo eclatante è diventato più difficile da combattere. Va anche detto – conclude Casa – che purtroppo non c’è una forza politica che abbia voglia di intervenire con forza sul fenomeno abusivismo. E’ un argomento scomodo per tutti che nessuno vuole affrontare, perché vale migliaia di consensi».

 

Quei 12 centri senza abusi

Comuni virtuosi o porzioni bianche in una mappa del fenomeno dell’abuso edilizio in Sicilia? La domanda è lecita, perché a leggere il rapporto della Regione si indicano 12 centri che una voce definisce “Senza abusi”, ma che un richiamo della tabella indica essere i centri che “non hanno inserito abusi nel Siab”. Si tratta di Montevago, S.Angelo Muxaro (Agrigento) Acquaviva Platani, Bompensiere (Caltanissetta), S. Cono (Catania), Raccuja, Roccafiorita, S. Domenica Vittoria (Messina), Campofiorito (Palermo), Buccheri (Siracusa), Salaparuta e Santa Ninfa (Trapani).

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Pubblicato da:
Redazione
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