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In Sicilia grazie al reddito di cittadinanza una “spinta” ai tirocini extracurriculari?

Di Michele Guccione |

PALERMO – Il reddito di cittadinanza dovrebbe portare in dote (almeno fino a questo momento) un miliardo di euro per potenziare, anche in Sicilia, i Centri per l’impiego, realizzando anche un’unica rete informatica. Questa infrastruttura – almeno è l’auspicio degli addetti ai lavori – potrebbe portare anche all’uniformità di comportamenti da parte dei Centri per l’impiego siciliani riguardo all’interpretazione delle norme e all’attuazione degli strumenti di politiche attive del lavoro. Perché, oltre alla carenza di personale e attrezzature, è anche la discrezionalità delle direttive di ciascun centro a fare perdere spesso alle imprese opportunità di formare e inserire nuovo personale.

Uno dei fenomeni è stato segnalato dalla Fondazione consulenti per il Lavoro, riconosciuta come Agenzia privata per il lavoro, e riguarda i tirocini extracurriculari, quelli che, di durata da sei a dodici mesi, con indennità mensile minima di 300 euro e con pari orario di lavoro di un normale dipendente, consentono all’impresa di formare un giovane e poi di inserirlo al termine in organico usufruendo dello sgravio contributivo per l’assunzione a tempo indeterminato. Uno strumento che nel resto d’Italia è molto utilizzato e che solo in Sicilia è invece frenato dalla burocrazia. Infatti, l’Isola è l’unica regione ad avere mantenuto l’obbligo di autorizzazione preventiva del tirocinio da parte dei centri per l’impiego. I quali – sostengono i consulenti del lavoro – vanno ciascuno per conto proprio. Così, fra richieste non previste che frenano la materiale presentazione dell’istanza e dinieghi formali, sono tanti i mancati tirocini, cioè occasioni di lavoro negate ai giovani disoccupati. Ed è un peccato, dato che, secondo le statistiche, il 63% dei tirocini gestiti dai consulenti del lavoro si traduce in occupazione. Per non parlare di quelli finanziati da Garanzia giovani.

Il presidente della Fondazione, Vincenzo Silvestri, dopo avere ricevuto centinaia di segnalazioni dai singoli consulenti, ha scritto al dirigente generale del dipartimento regionale Lavoro, Francesca Garoffolo, per farle presente che, nonostante due direttive dirigenziali emanate ad aprile e luglio scorsi con le linee guida che i centri per l’impiego devono seguire, ciascuna struttura le interpreta a modo proprio. Silvestri ha elencato punto per punto tutte le anomalie. Eccone alcune.

Chi stabilisce quali sono i profili elevati? La durata dei tirocini può essere di sei mesi per le professionalità più basse, ma può essere prorogata di altri sei mesi per le professionalità più elevate. Chi stabilisce quali sono? Altre Regioni, come la Lombardia, hanno adottato un sistema europeo di classificazione dei profili da formare, che indica i vari livelli di complessità. Invece in Sicilia si parla genericamente di profili elevati, ma non c’è un elenco. Quindi, quando i consulenti presentano l’istanza per la proroga di sei mesi, è il singolo Cpi a decidere se quella qualifica sia o meno elevata e vada autorizzata. E in ogni centro le scelte sono difformi.

Qual è l’orario di lavoro? L’orario di lavoro del tirocinante di norma deve coincidere col tipo di attività da svolgere. Invece, ad esempio, il Cpi di Palermo impone che l’orario non possa superare le ore 18 e quello di Trapani le ore 22, escludendo, così, le attività serali e notturne, come, ad esempio, i locali della movida o le attività sanitarie. Inoltre, Trapani è l’unico che esclude tirocini per operatore socio-assistenziale.

Qual’è la paga minima? La norma nazionale, recepita in Sicilia, parla di un minimo di 300 euro mensili. Il Cpi di Enna, invece, richiede un minimo di 3 euro l’ora. Considerato che l’orario obbligatorio minimo da svolgere è di 40 ore settimanali, la paga minima a Enna sale a 520 euro.

Quali sono i requisiti?La legge richiede la presentazione di: comunicazione attivazione tirocinio, convenzione, progetto formativo, scheda azienda, dichiarazione azienda e dichiarazione tutor. Bene: 15 Cpi siciliani (Acireale, Augusta, Bagheria, Barcellona Pozzo di Gotto, Bronte, Caltagirone, Carini, Casteltermini, Catania, Giarre, Mazara del Vallo, Misterbianco, Noto, Siracusa e Vittoria) chiedono anche copia della polizza Rc; a Siracusa anche la copia della visita medica; a Palermo, Partinico e Termini anche la dichiarazione che il consulente non stia seguendo più di 20 tirocini; a Ragusa e Vittoria, infine, il “Modello di valutazione rischi”. In più, a Siracusa la documentazione va consegnata a mano e non per via informatica.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA