Cronaca
In fuga dal virus villeggianti si rifugiano nella sperduta Ginostra, ma ora i pochi residenti hanno paura
GINOSTRA – La paura del coronavirus comincia a serpeggiare anche in un luogo «isolato» per definizione. A Ginostra, la frazione di Stromboli raggiungibile solo via mare, una quarantina di residenti in tutto nel periodo invernale, gli abitanti del piccolo borgo abbarbicato alle pendici del vulcano non nascondono la loro preoccupazione. Questa mattina hanno visto sbarcare dal traghetto nove persone, che hanno deciso di raggiungere l’isola, dove alcuni possiedono una casa estiva, proprio in considerazione del rischio coronavirus. Ma per la prima volta l’accoglienza è stata piuttosto gelida. Anche perché in caso di contagio la gestione dell’emergenza sarebbe assai complicata. «Seppure isolati su uno scoglio in mezzo al mare temiamo anche noi per le nostre vite e chiediamo maggiori controlli. Il rischio per noi viene da chi sbarca, anche perché siamo del tutto impreparati a gestire un’eventuale emergenza sanitaria» sottolinea Mario Lo Schiavo, 75 anni, storico portavoce dei residenti di Ginostra.
Gli fa eco un altro anziano del posto, Pasquale Giuffré, 70 anni, pensionato: «Abbiamo un piccolo presidio di guardia medica, con un solo medico, peraltro non adeguatamente attrezzato. In caso di contagio non sappiamo come comportarci, non conosciamo neanche quale sia il protocollo».
Anche a Ginostra, tuttavia, gli abitanti stanno rispettando rigorosamente le indicazioni previste dal decreto del governo. “Da oggi riceverò i clienti due per volta facendoli stare ad una distanza di un metro» assicura Gianluca Giuffrè, 41 anni, titolare di un mini market e giornalista pubblicista, che ha affisso un cartello con l’ordinanza della Protezione Civile all’ingresso del negozio. Giuffrè, padre di due gemelli di quasi tre anni, non esclude la chiusura del suo esercizio commerciale per precauzione già a partire dalle prossime ore. «Abbiamo avuto centinaia di disdette da parte dei turisti – spiega – e l’intera economia delle Eolie si basa sul turismo».
Per gli abitanti del piccolo borgo, che pure sono abituati a convivere con le avversità della natura e con un vulcano in perenne attività che anche in questi giorni non rinuncia a dare spettacolo, questa ennesima emergenza rischia di dare una mazzata definitiva alla fragile economia dell’isola. «Tra la catastrofica eruzione della scorsa estate (che ha causato anche un morto ndr) e adesso lo spettro del coronavirus – osserva Giuffrè – siamo in ginocchio. Servono misure adeguate e una legge speciale per le isole. Ancora oggi siamo senza un approdo sicuro e con un costone roccioso che minaccia il nostro villaggio».
Non a caso proprio questa mattina Legambiente ha inviato una lettera al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, chiedendo «un intervento urgente per tutelare e mettere in sicurezza Ginostra e i suoi abitanti, un luogo unico nel Mediterraneo, già Patrimonio mondiale dell’Unesco, che rischia di sgretolarsi lentamente nell’indifferenza generale».
Ma in questo momento la paura più grande per il minuscolo borgo delle Eolie sembra provenire dal mare più che dalla montagna e ha un nome che anche gli abitanti di Ginostra hanno imparato a conoscere dalla televisione: Covid 19.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA