Non è in grado nemmeno di parlare. Emozionato. Sollevato. Roberto Barbagallo, sindaco di Acireale, è stato assolto – con la formula perché il fatto non sussiste, dalla seconda sezione penale della Corte di Appello di Catania. La sentenza è di pochi minuti fa. L’accusa era tentata induzione indebita: il 24 febbraio del 2022, la terza sezione penale del Tribunale di Catania lo aveva condannato, pena sospesa, a un anno e quattro mesi di reclusione riqualificando l’imputazione. I difensori, gli avvocati Enzo Mellia e Pierfrancesco Continella, impugnarono la condanna e oggi è arrivato il verdetto di non colpevolezza.
Quella sentenza di primo grado fu anche un fardello durante la campagna elettorale, in quanto molti paventavano il fatto che si dovesse applicare la legge Severino. Quando fu eletto arrivò però la nota della Prefettura che tolse qualsiasi dubbio: Barbagallo infatti aveva tutti i requisiti per poter indossare la fascia di primo cittadino. Il sindaco di Acireale era stato anche arrestato dalle Fiamme gialle, nell’ambito dell’operazione Sibilla, il 23 febbraio del 2018, ed era stato posto poi ai domiciliari, dal 29 marzo successivo. La Cassazione poi aveva annullato la misura.
L’impianto accusatorio, oggi frantumato dalla sentenza di assoluzione, si reggeva su alcune intercettazioni dove si palesavano presunte pressioni su venditori ambulanti per favorire la campagna elettorale del deputato regionale, allora di Sicilia Futura, Nicola D’Agostino, che è sempre risultato estraneo sia alle indagini che al processo. Quella di oggi è il capitolo giudiziario finale. La sentenza d’appello, in considerazione del fatto che la pg ha chiesto l’assoluzione e quindi non ci saranno ricorsi, diventerà irrevocabile.