Imputazione coatta per magistrato di Agrigento accusato di calunnia

Di Redazione / 24 Gennaio 2020

PALERMO – Il Gip di Caltanissetta, David Salvucci, ha disposto l’imputazione coatta del procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, per calunnia nei confronti dell’avvocato Giuseppe Arnone, ambientalista ed ex consigliere comunale di Agrigento. Il legale era stato arrestato lo scorso 27 marzo ed è in semilibertà dopo due condanne (a un anno e 4 mesi e a due anni) per calunnia.

La vicenda che coinvolge Salvatore Vella riguarda un’udienza tenuta ad Agrigento il 15 dicembre 2014 davanti al gup Alessandra Vella, durante la quale fu chiesto l’intervento dei carabinieri per far allontanare Arnone dall’aula (nei procedimenti con rito abbreviato generalmente non è ammesso il pubblico) dove si trattava la posizione di una coimputata di Arnone (giudicato a parte con rito ordinario) per calunnia e diffamazione. Arnone decise di restare in aula, ritenendosi danneggiato dalla disparità di trattamento. Da qui l’intervento dei carabinieri e l’interruzione dell’udienza.

Nella relazione prodotta un mese dopo per l’allora capo della procura di Agrigento, Renato Di Natale, Salvatore Vella raccontava che Arnone aveva interrotto l’udienza del gup per un periodo non breve, di ben oltre dieci minuti, circostanza negata dalla difesa, che parla di una sospensione di circa 4 minuti. A seguito della relazione del pm, Arnone è finito sotto processo per interruzione di pubblico servizio, accusa dalla quale verrà assolto. L’assoluzione è stata però impugnata dalla procura generale.
Arnone, intanto, aveva diffuso un video con il quale documentava quanto accaduto quel giorno, provocando una querela per diffamazione da parte di Alessandra Vella e l’apertura di un altro procedimento penale a Caltanissetta, distinto da quello per calunnia che riguarda soltanto l’aggiunto Salvatore Vella.

Nel processo che ne scaturì, scrive il Gip Salvucci, Alessandra Vella, Salvatore Vella e la cancelliera Giuseppa Daniela Canino, rendono «tre distinte versioni di quel fatto» che ruota intorno a chi chiamò la forza pubblica a intervenire in aula: spettava al Gip e non al pm. Secondo Arnone fu proprio quest’ultimo a farlo, mentre nel verbale d’udienza (“certamente falso – scrive il gip nell’ordinanza – ma penalmente irrilevante», tanto da archiviare l’ipotesi di falso ideologico) si afferma che fu il giudice.

Nell’ordinanza il Gip nisseno, a proposito di questo fatto, richiama ironicamente il relativismo della verità sul quale verte la pellicola «Rashomon» del regista Akira Kurosawa. Su questa vicenda Arnone ha già formalizzato una denuncia per falsa testimonianza. 

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