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Impongono il "pizzo" e rilasciano la fattura: la nuova frontiera delle estorsioni a Caltanissetta

I carabinieri hanno arrestato due persone e sequestrato una società di gestione call center a Serradifalco

Redazione La Sicilia

22 Novembre 2023, 08:27

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Il pizzo pagato con una fattura. Succede anche questo in Sicilia dove i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Caltanissetta hanno arrestato due persone: Giovambattista Vincitore accusato di estorsione aggravata e autoriciclaggio aggravato in concorso con Giuseppe Dell’Asta, che nell’amito della stessa inchiesta si trovava già in carcere.

Il meccanismo

La misura cautelare è stata emessa dal Gip nisseno su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Caltanissetta, nello stesso procedimento nell’ambito del quale Giuseppe Dell’Asta era già stato arrestato per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le ulteriori indagini svolte dai Carabinieri coordinati dalla Dda nissena hanno consentito di accertare che gli indagati per mascherare la provenienza illecita dei soldi delle estorsioni rilasciavano la fattura. In particolare l’imprenditore, al quale Dell’Asta avrebbe avanzato la richiesta di pizzo, avrebbe effettuato pagamenti tramite bonifico su conto corrente intestato a Vincitore, il quale, nella qualità di socio di maggioranza e amministratore unico di una società a responsabilità limitata con sede a Serradifalco ed avente ad oggetto la gestione di call center, la CLIS srl, avrebbe emesso in favore della vittima fatture false per prestazioni mai eseguite relative a forniture di materiale pubblicitario e materiale edile.

Estorti 75 mila euro in 15 mesi

Le somme di denaro versate sul conto corrente intestato a Vincitore sarebbero state poi prelevate in contanti nel giro di pochissimi giorni tramite bancomat o sportello; si è potuto calcolare che la vittima avrebbe versato in appena 15 mesi una somma di denaro pari a circa 75 mila euro. Un meccanismo che avrebbe consentito di fornire una apparente giustificazione dei pagamenti effettuati per l’estorsione e per tale ragione è stato contestato agli indagati anche il reato di autoriciclaggio. Nella stessa ordinanza il gip ha anche sequestrato la società CLIS, di fatto non operativa e costituente una “scatola vuota” utilizzata solo per l’emissione di fatture false.