L'INCIDENTE
Il tragico volo di Giuseppe dal tetto del capannone: così l’operaio di Paternò è morto sul lavoro a Bologna
Sarebbe precipitato da un lucernaio cadendo da un'altezza di circa una decina di metri all’interno del capannone
Si chiamava Giuseppe Leanza l'operaio di 30 anni che ha perso la vita questa mattina a Bologna in un incidente sul lavoro. Di origine siciliana, e precisamente di Paternò (Catania) abitava in una casa in affitto a Zola Predosa, nel Bolognese. L’incidente è avvenuto sul tetto della Tacam, un’azienda che commercia pneumatici, durante lavori di manutenzione del coperto. L’operaio sarebbe precipitato da un lucernaio facendo un volo di una decina di metri all’interno del capannone. L’area dove si è verificato l’infortunio è stata posta sotto sequestro.
A quanto si apprende, gli accertamenti dei carabinieri e della medicina del lavoro puntano a chiarire quali siano state le carenze sotto il profilo della sicurezza che hanno portato alla caduta dell’uomo, che stava lavorando sul tetto del capannone ed è precipitato per una decina di metri dopo il cedimento di un lucernaio. L’area è stata posta sotto sequestro. Eppure Giuseppe – che sui social non nascondeva la sua dedizione per il lavoro ma anche le passioni per il Milan e il Paternò calcio – era un operaio attento alle norme sulla sicurezza e ormai da mesi lavorava nel settore edilizio, conoscendone quindi i rischi e le leggi.
Il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha espresso il proprio cordoglio e quello della città alla famiglia e agli amici della vittima. «Sul posto si sono recati anche il comandante della Polizia Locale Romano Mignani e il delegato al lavoro Sergio Lo Giudice – spiega una nota del Comune – per prendere cognizione diretta dell’accaduto. Confidiamo che il lavoro delle autorità inquirenti possa chiarire eventuali responsabilità e la dinamica dell’incidente. Come Comune e Città metropolitana ribadiamo il nostro impegno, insieme alle altre istituzioni, ai sindacati e al mondo delle imprese, affinché incidenti di questo genere non si ripetano». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA