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Il prof. Tamburino, la possibile “talpa” e l’ipotesi della “fuga” dalla sanità pubblica per evitare lo scandalo

In una intercettazione il noto cardiochirurgo catanese esterna improvvisamente la volontà di passare nel settore privato: secondo gli investigatori perchè sapeva dell'indagine

Di Laura Distefano |

Appena pochi giorni fa, il pm Fabio Regolo ha presentato una nota integrativa alla richiesta di misura cautelare nei confronti del cardiologo Corrado Tamburino. In 15 pagine il sostituto procuratore di Catania dà conto alla gip Giuseppina Montuori – che ha firmato l’ordinanza che oggi ha portato ai domiciliari 9 colletti bianchi tra medici e procacciatori d’affari del settore medicale – del contenuto di alcune intercettazioni in cui il noto professore catanese, conosciuto nel mondo accademico e sanitario a livello europeo, ha manifestato al direttore generale del Policlinico la volontà di dimettersi dall’incarico di direttore dell’unità operativa di cardiologia. Una novità che lascia sgomenti investigatori e anche intercettati. «Ciò costui lo ha esternato – scrive la gip – in numerose conversazioni, nonostante non l’avesse mai detto prima a nessuno, non avesse mai palesato tale intenzione, sia a cinque anni di distanza dall’età pensionabile e sia in un momento lavorativo assolutamente produttivo in cui aveva già programmato numerosi interventi chirurgici universitari». Per chi indaga questa scelta di campo ha una sola spiegazione valida: «Dimostrazione del fatto che è evidentemente venuto a conoscenza dell’attività di intercettazione compiuta nei suoi confronti».

Caccia all’informatore

Su questo aspetto, pare ci siano approfondimenti per capire chi abbia potuto informare il cardichirurgo che fosse al centro di un’indagine. Appena poche settimane fa Tamburino, dialogando con il dg del Policlinico Sirna, Antonio Nicosia e Antonio Micari (rispettivamente direttori di cardiologia a Ragusa e al Policlinico di Messina e ai domiciliari anche loro), ha ripetuto come fosse un tormentone di essere in procinto di dimettersi dal suo incarico di primario per stress e stanchezza e di voler continuare la professione in un ambiente più sereno come la Clinica Morgagni. Alcuni indagati intercettati sono sgomenti e increduli e ipotizzano che a Tamburino sia arrivata la notifica di qualche atto giudiziario.Le dimissioni del professore catanese però non devono scombinare i piani. Micari e Nicosia infatti discutono dell’urgenza di vedersi in occasione dell’evento della Sicilian Cardioscalur Academy che tra poco si terrà a Siracusa per «parlare e riflettere – sintetizza la gip di Catania – sulla necessità di portare avanti il sistema corruttivo».

Ma come funzionava questo patto illecito? La gip è chiara: «L’attività di indagine ha consentito di mettere in luce un sistema volto alla sistematica commissione di numerosi atti corruttivi ad opera di medici e delle rappresentanze delle società di distribuzione locale di multinazionali produttrici di Tavi (impianto valvole aortico transcatetere) e stent utilizzando lo schermo degli eventi formativi medici e della loro sponsorizzazione». Alcune multinazionali tramite le società di distribuzione locale (Presifarm, Archigen e Cardiovascular) avrebbero promesso ed elargito ingenti somme di denaro fittiziamente convogliate in occasione dell’organizzazione di convegni e congressi finalizzati alla formazione ma di fatto «allo scopo di ingraziarsi i primari operanti in strutture sanitarie della Sicilia orientale». Il corrispettivo? Risponde sempre la gip: «Tutto ciò in cambio dell’impegno da parte dei medici di favorire il miglior offerente garantendogli l’uso effettivo di un numero maggiore dei dispositivi medici nel corso dei loro interventi chirurgici».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA