Il procuratore della Figc all’Antimafia: nel calcio rapporti tra criminalità e tesserati

Di Redazione / 07 Marzo 2017

ROMA – «In questi mesi più volte ho potuto constatare attraverso gli atti che le procure mi hanno trasmesso, dei rapporti tra la criminalità organizzata – non è detto sia mafia, ‘ndrangheta o camorra – con giocatori o tesserati. Noi dipendiamo soprattutto dalle procure della Repubblica, non possiamo intervenire se non quando abbiamo notizie di stampa o denunce, non abbiamo a disposizione una polizia giudiziaria, nè abbiamo la possibilità di indagine propria».

 

Così il Procuratore Figc (Federazione italiana gioco calcio) Giuseppe Pecoraro, in audizione davanti alla Commissione parlamentare antimafia. «Già in questi mesi – ha proseguito Pecoraro – ho incontrato diversi procuratori italiani: sono stato a Torino, Napoli, Latina, Catania, Frosinone, per conoscere i procuratori, mettermi a disposizione o per dare notizie. Da parte di tutti i procuratori ho trovato grande disponibilità: la procura di Torino ci ha mandato oltre 5 mila pagine. Sono rapporti significativi che mettono in condizioni la Procura federale di lavorare».

 

Juve, “contatto” Agnelli-boss per i biglietti

E prorpio nei documenti arrivati dalla Procura di Torino, «si evidenzia che Saverio Dominello e il figlio Rocco sono rappresentanti a Torino della cosca Bellocco Pesce di Rosarno. Rocco Dominello ha rapporti con la dirigenza Juve per la gestione di biglietti e abbonamenti». Pecoraro ha svelato che «i dirigenti che hanno contatti con queste persone sono: Merulla, Carugo, D’Angelo e il presidente Agnelli». Anche il dg Marotta ha avuto rapporto seppure occasionali col mondo degli ultras ma non è stato coinvolto dalla conclusione indagini. «Il procedimento nei confronti della Juve è iniziato col mio predecessore, Palazzi, il 2 agosto 2016. Io sono stato a Torino dal procuratore Spataro chiedendo notizie sul procedimento in corso e per dare la mia disponibilità», ha proseguito il procuratore Figc Giuseppe Pecoraro.

 

Pecoraro ha rivelato che è stato avviato «un provvedimento disciplinare nei confronti della società Latina e dell’ex presidente. Oltre all’allenatore Mark Iuliano ed a due giocatori. La protezione era di tale Di Silvio detto cià cià cià». Il procuratore federale ha spiegato che  «vi era una frequentazione da parte dei giocatori con il Di Silvio e questo decideva chi dovesse entrare in curva, addirittura. Ci sono violazioni dell’articolo 1 bis del codice di giustizia sportiva, i giocatori si sentivano protetti da tale Di Silvio, organico alla criminalità organizzata».

 
Pecoraro ha poi aggiunto che «per quanto riguarda il Crotone, noi sappiamo che i fratelli Verna sono presidente e amministratore delegato della società. La Dda aveva chiesto il sequestro dei beni dei due fratelli, ma le richieste dei pubblici ministeri sono state rigettate anche in appello. Per cui sul Crotone se dovessero emergere situazioni non ci sono situazioni che possono incidere sulla attuale».

 

Anche casi di pedofilia nel mondo del calcio

Pecoraro all’Antimafia ha anche lanciato un allarme: «Negli ultimi tempi – ha detto – si sono registrati casi di pedofilia, che per me sono gravissimi, non riguardano solo le procure ma l’istituzione. E’ dovere della procura sportiva segnalare che ci sono casi di pedofilia come ho fatto con il presidente del comitato Figc piemontese, è necessaria una maggiore attenzione verso le squadre giovanili e le società. Ritengo necessaria una attività non solo repressiva ma anche di osservazione del mondo calcistico per dare una collaborazione alla Federazione». 

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Tag: giuseppe pecoraro mafia e calcio procura figc