Un sabato insolitamente affollato al Tribunale di piazza Verga a Catania. Questa mattina, infatti, si è svolta davanti alla giudice Chiara Catalano l’udienza del processo per direttissima nei confronti dei fratelli Domenico Giuseppe e Lucio Lombardo, protagonisti dell’aggressione ai danni di una poliziotta della municipale e di un vigile urbano avvenuta giovedì sera nella piazzetta Sebastiano Addamo, davanti ai dehors di un ristorante. I titolari del locale, uno dei quali stava filmando quanto stava avvenendo, sono stati colpiti. Anche se per la lesione ai privati, si procederà separatamente. Ma nonostante questo, Roberto Tudisco (con braccio fasciato e una benda sulla testa) e la socia Sandra Di Bella erano, stamattina, nei corridoi del Palazzo di Giustizia. I loro avvocati, Maurizio Veneziano e Puccio La Rosa, hanno assistito all’udienza camerale della direttissima.
In aula era presente anche il sindaco di Catania Enrico Trantino, come «testimonianza della vicinanza dell’amministrazione comunale alle vittime e ferma condanna di quanto avvenuto».
Poco dopo le 13 è arrivata la convalida degli arresti eseguiti dalla polizia nell’imminenza dei fatti. La giudice ha accolto quanto chiesto dal pm Fabio Regolo: Domenico Lombardo, che è colui che ha schiaffeggiato la vigilessa, rimane agli arresti domiciliari, mentre Lucio è stato sottoposto all’obbligo di dimora. Le accuse sono lesioni, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.
Nel corso dell’udienza Domenico Lombardo, che si è sottoposto a interrogatorio, ha chiesto scusa alla donna per l’aggressione e si è reso disponibile a risarcire i danni patrimoniali e non patrimoniali. Il processo si è incardinato con la costituzione come parte civile della poliziotta della Municipale, assistita dall’avvocato Sergio Ziccone, e del Comune di Catania, con l’avvocato Marco Anastasi. L’avvocato Claudio Paschina, difensore di Domenico Lombardo – il fratello Lucio è assistito dall’avvocato Salvatore Centorbi – ha chiesto un termine a difesa alla giudice anche per poter presentare una proposta di risarcimento alle vittime e all’amministrazione. Il processo è stato, quindi, aggiornato al 14 novembre.
«Quello che vogliamo è che da parte delle Istituzioni arrivino dei segnali importanti affinché fatti del genere non si ripetano», ha commentato Tudisco ai cronisti. Intanto per quello che è successo al ristorante sono arrivate diverse disdette. Molti «clienti hanno paura», dicono a denti stretti.
Domenico Lombardo è il marito della titolare del baretto – “vicini” di bottega con il locale di Tudisco con cui ci sarebbero tensioni risalenti nel tempo – e qualche volta aiuterebbe la consorte nell’attività di rental car. La donna che gestisce l’esercizio commerciale, a pochi passi dalla Questura, è parente di personaggi di rilievo della criminalità e nel narcotraffico del rione di Picanello. E pare che questo legame familiare, in qualche modo, sia stato “evidenziato” durante l’aggressione. La polizia sta valutando di emettere provvedimenti, che la normativa vigente mette a disposizione, sia nei confronti del baretto che dei due fratelli arrestati.
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