ENNA – Come avevamo già scritto la Procura della Repubblica di Enna ha aperto un fascicolo sulla vicenda della facoltà romena di Medicina e Professioni Mediche dell’Università Dunarea de Jos di Galat. Si tratta di un fascicolo modello 45, senza indagati né ipotesi di reato, una sorta di atto dovuto che fa seguito alla sollecitazione del Miur che, nei giorni scorsi, ha scritto al prefetto e alla Procura chiedendo di accertare se l’apertura della Facoltà romena ad Enna sia regolare. Per il Miur, infatti, «è in evidente contrasto con il vigente ordinamento universitario» e ha chiesto la sospensione immediata dei corsi.
Intanto, ieri sera, la polizia giudiziaria è andata in casa dell’ex parlamentare del Pd, Mirello Crisafulli, l’amministratore delegato della “Fondazione Proserpina”, ora trasformata nella Srl, Fondo Proserpina, per acquisire tutta una serie di documenti e informazioni. Il fondo Proserpina è il promotore della Facolta di Medicina e Professioni Mediche della Università Dunarea de Jos che ha aperto una “estensione” ad Enna. Su questa vicenda, oltre che sulla legittimità dell’apertura della Facoltà romena ad Enna, ora indaga la procura. La società Fondo Proserpina fa capo proprio a Crisafulli. Il portavoce dell’ex parlamentare del Pd, amministratore delegato del “Fondo Proserpina srl, interfaccia ennese dell’università romena ha precisato che «la polizia giudiziaria è stata nella sede amministrativa ennese del Fondo Proserpina e non a casa del senatore Mirello Crisafulli». «Hanno solo fatto copia dei documenti costitutivi della Fondazione e del Fondo Proserpina».
Dopo l’apertura del fascicolo da parte della Procura, la direzione dell’Asp di Enna scrive, in una lettera riservata, all’assessorato regionale alla Sanità per chiedere che fare rispetto alla facoltà di Medicina che l’università romena Dunarea de Jos di Galati ha avviato ad Enna. Lo scorso 28 agosto, infatti, la “fondazione Proserpina”, guidata da Crusafulli, ha siglato un protocollo con l’assessorato alla Sanità che gli concede l’uso dei locali dell’ospedale Umberto I come aule universitarie. E ora l’Asp non sa se deve concedere i locali in forza di quel protocollo o rifiutare visto che il Miur considera fuorilegge i corsin in rumeno attivati ad Enna.
E mentre da più parti si continua a chiedere al Miur l’invio degli ispettori ministeriali ad Enna, il rettore dell’università romena Iulian Gabriel Bjrsan, giudica «sopra le righe la reazione e il comportamento del Ministero dell’Istruzione italiano che sa benissimo che la nostra iniziativa è perfettamente legale». Il rettore assicura poi «che i corsi di Medicina e Professioni Sanitarie si svolgeranno nel pieno e totale rispetto della normativa Comunitaria».