Il naufragio del Bayesian e la tesi del New York Times: lo yacht Perini affondò a causa del super albero in alluminio più alto del mondo

Di Redazione / 31 Ottobre 2024

Il New York Times offre una soluzione al giallo del Bayesian, il veliero da 40 milioni di dollari del miliardario britannico Michael Lynch affondato in pochi minuti lo scorso agosto di fronte al porto di Ponticello, vicino Palermo. Secondo il quotidiano le dimensioni dell’albero – all’epoca il più alto del mondo in alluminio – e l’ingegneria strutturale necessaria per ospitarlo avrebbero reso la barca vulnerabile al ribaltamento. Lo yacht dei cantieri Perini Navi aveva un albero di alluminio eccezionalmente alto e pesante: oltre 72 metri e 40 tonnellate.

Il super-albero sarebbe stata una anomalia: le altre nove barche della stessa classe sono infatti dotate di due alberi. «Documenti tecnici ottenuti dal Times e simulazioni al computer mostrano che il Bayesian era suscettibile ad essere abbattuto durante una tempesta e che sarebbe affondato rapidamente», scrive il giornale. Quindici persone a bordo sono sopravvissute. Altre sette, tra cui Lynch e la figlia Hannah, sono annegate.

Sarebbe stato proprio il proprietario del Bayesian, l’uomo d’affari danese John Groenewoud, ad aver insistito per l’albero extra-tall. La richiesta aveva portato a modifiche progettuali tra cui la posizione della zavorra che avrebbe dovuto bilanciare l’anomalia dell’albero. Invece di distribuirla uniformemente lungo il fondo della barca – cosa che avrebbe garantito la migliore stabilità – i costruttori la ammassarono verso il retro dello scafo per bilanciare lo spostamento dell’albero più vicino alla parte anteriore.

Punti deboli

Altri «gravi punti deboli» avrebbero contribuito al disastro: tra questi due grandi porte di vetro sul ponte che avrebbero aumentato la possibilità del Bayesian di imbarcare quantità pericolose di acqua in caso di forti venti. Dettagli apparentemente minori come la vicinanza delle prese d’aria alla linea di galleggiamento o la posizione della zavorra nello scafo potrebbero non sembrare decisivi, ma, considerati nel loro insieme, secondo gli esperti consultati dal Times, potrebbero aver compromesso la sorte del veliero.

Giovanni Costantino, amministratore delegato di Italian Sea Group che nel 2021 ha rilevato il marchio Perini Navi (che costruì l’imbarcazione nel 2008) ha ribadito a sua volta al Times che, se gestito correttamente, il Bayesian sarebbe stato «inaffondabile». Costantino è tornato ad attribuire la responsabilità della tragedia all’equipaggio, accusandolo di una serie di errori fatali.

«Tesi ridicola»

E in merito a quanto riportato dal New York Times, The Italian Sea Group, commenta: «L’articolo afferma concetti talmente risibili dal punto di vista tecnico che non vale la pena commentare».

«The Italian Sea Group – dicono dalla società – ribadisce quanto già detto in passato in merito alla sicurezza della barca».

L’azienda, che ha acquisito all’asta il brand Perini e gli asset immobiliari nel gennaio 2022, fa sapere che «si tutelerà in ogni opportuna sede».

I sommozzatori

Intanto i sommozzatori della Marina militare sono tornati nel relitto del Bayesian per recuperare altri reperti e completare la nuova delega affidata dalla procura di Termini Imerese che sta coordinando le indagini sull’affondamento. Sono stati recuperati altri reperti dall’imbarcazione e dettagli utili per proseguire nel lungo lavoro per ricostruire cosa avvenne quella notte e soprattutto le cause del naufragio dell’imbarcazione. Ancora il progetto del recupero della barca non è stato ultimato.

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Pubblicato da:
Alfredo Zermo