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L'operazione della Gdf

Il narcotrafficante palermitano con il mito di Scarface: importava dalla Calabria 15 chili di cocaina al mese

In manette Fabio Santangelo, giro d'affari da 10 milioni l'anno

Di Redazione |

Un trono e alla parete un quadro del suo idolo Al Pacino in Scarface nella casa di Fabio Santangelo, uno degli arrestati nell’operazione antidroga tra Palermo e Reggio Calabria. E si sarebbe ispirato proprio a Tony Montana, Santangelo, ritenuto nel corso dell’indagine al vertice dell’organizzazione che avrebbe portato 15 chili di cocaina al mese a Palermo per rifornire alcune piazze di spaccio.In casa aveva anche un leone d’oro e d’argento e anziché la poltrona dietro la scrivania un trono d’oro e porpora. In casa anche pistole d’oro e oggetti molto appariscenti. Alla parete anche il quadro dell’ultima cena di Leonardo da Vinci.

L’operazione è stata condotta dai finanzieri del Comando Provinciale Palermo che hanno notificato un’ordinanza cautelara con cui il G.I.P. di Palermo, su richiesta della D.D.A, ha disposto il carcere per 8 persone, nonché il sequestro di beni per circa 1,5 milioni di euro.

Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, si sono concentrate sulla del narcotrafficante palermitano che, intrattenendo rapporti d’affari con alcuni referenti di spicco della criminalità organizzata calabrese (attivi nella zona della Locride e della piana di Gioia Tauro), avrebbe importato ingenti quantitativi di cocaina dalla Calabria.

L’attività investigativa, nel merito, avrebbe consentito di ricostruire l’esistenza di un accordo per una fornitura mensile di almeno 15 kg di cocaina, destinata al mercato palermitano, che avrebbe generato per l’organizzazione un giro d’affari illecito stimabile in circa dieci milioni di euro all’anno.

In particolare, la sostanza stupefacente veniva trasportata su strada lungo la tratta Reggio Calabria-Messina-Palermo, abilmente occultata all’interno di sofisticati doppi fondi meccanici ricavati all’interno di autovetture, spesso noleggiate, condotte da corrieri avvicendati pressoché ogni mese.

La droga, una volta giunta a Palermo, veniva stoccata all’interno dell’abitazione del promotore dell’organizzazione o in quella del nipote, per essere poi suddivisa e rivenduta sulle piazze di spaccio cittadine.

Nel corso delle investigazioni, inoltre, sono stati effettuati numerosi interventi repressivi che, da un lato hanno portato all’arresto di diversi corrieri e al sequestro di circa 100 kg di stupefacente e, dall’altro, hanno consentito di ricostruire e monitorare l’intero circuito economico destinato al pagamento e al finanziamento dei carichi di droga. Infatti, in considerazione degli elementi acquisiti, è stato possibile documentare la consegna di un’ingente somma di denaro contante ai corrieri calabresi, circa 600 mila euro, prontamente sottoposta a sequestro. Il G.I.P. ha anche disposto il sequestro preventivo di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati per un valore complessivo pari a circa un milione e mezzo di euro.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA