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il caso
Il lago Ancipa non esiste più, già trasferiti in un’altra diga parte dei pesci: la siccità è diventata un dramma
Dal 15 novembre si chiude: le città di Caltanissetta, San Cataldo ed Enna dovranno arrangiarsi
Con mezzo milione di metri cubi d’acqua, su 50 milioni di capienza stimata dai progettisti, l’Ancipa ha toccato il fondo: l’invaso è vuoto, ormai, e sicuramente non riuscirà mai più a riempirsi. Al posto del lago, un tempo annoverato tra i più floridi della Sicilia, adesso c’è un canyon – una forma ridotta di quello in Arizona e con flora nostrana – che ha un rivolo d’acqua. D’altronde era previsto già da un paio di mesi, a causa anche dell’incalzante siccità e della continua captazione da parte dei Comuni collegati: il 15 novembre si chiude, così le città di Caltanissetta, San Cataldo ed Enna dovranno arrangiarsi. Oltre quella data verranno serviti per 40 giorni solo Troina, Cerami, Gagliano, Nicosia e Sperlinga, sprovvisti di una fonte propria alternativa. Poi anche loro dovranno adattarsi all’uso di autobotti e recipienti collettivi in strada.
Siciliacque, le prove generali di distacco
Siciliacque ha già avviato le prove generali di distacco, interrompendo per due giorni l’erogazione idrica programmata per spostare la presa galleggiante dell’acqua in un punto di maggiore pescaggio dell’invaso Ancipa. La distribuzione a Caltanissetta ed Enna è comunque ripresa ieri pomeriggio e proseguirà oggi, secondo i calendari predisposti dai gestori idrici locali (Caltaqua e AcquaEnna), ma con la consapevolezza che sono le ultime forniture. A tal proposito Siciliacque ha già annunciato «altri interventi necessari al nuovo schema di funzionamento dell’acquedotto, in previsione dell’immissione in rete dell’acqua proveniente dai nuovi pozzi che sostituirà parte del fabbisogno idrico prelevato dall’invaso. Mentre la Protezione civile regionale ha organizzato servizi con autobotti dei Comuni, del corpo forestale e dei vigili del fuoco».
I pesci “trasferiti”
Nelle scorse settimane sarebbe stato avviato – ma su questo non c’è alcuna comunicazione ufficiale ma solo la testimonianza di chi vive in zona – il trasferimento dei pesci che popolavano l’Ancipa. Siciliaque ha incaricato una ditta di Noto affinché prelevasse la fauna ittica dall’invaso troinese per spostarla nella diga Sciaguana, sempre nell’Ennese. Questo lago – al centro di un quadrilatero tra Agira, Regalbuto, Catenanuova e l’Area industriale di Dittaino – completato nel 1992 ha una capacità potenziale di 11,9 milioni di metri cubi d’acqua, ma anche qui c’è stato un drastico calo fino a circa 3 milioni di mc. Purtroppo non è collegato in rete e non può essere utilizzato per gli «assetati» dell’Ennese e di altre province limitrofe.
Da una notizia mesta a una che infonde speranza: l’utilizzo ottimale della diga Olivo, che sbarra il torrente omonimo in territorio di Piazza Armerina, sempre in provincia di Enna. L’Autorità di bacino della Presidenza della Regione ha dato parere favorevole al progetto esecutivo per gli interventi di manutenzione straordinaria degli scarichi e del sistema di tenuta, contenuto nel piano di gestione dell’invaso che era già stato approvato. In sostanza, ciò consente di eliminare il fango dell’area «sovrastante il paramento di monte dell’invaso e la rimozione del sedimento nell’area dell’opera di presa e dello scarico di fondo» dicono dall’Autorità che spiegano: «Sono operazioni che hanno il duplice scopo di mettere in sicurezza le aree in questione e di garantire un ottimale funzionamento dell’infrastruttura. Sarà possibile, inoltre, un maggiore accumulo di acqua nella diga, che ha una capacità totale di 15 milioni di metri cubi».
Il futuro della diga
E la diga Ancipa che futuro avrà? Nata negli anni ‘50 per produrre energia elettrica su finanziamento dell’Ese (Ente siciliano di elettricità), la gestione passò all’Enel in decenni più recenti che effettuò lavori di miglioramento per inserire l’invaso tra le maggiori risorse per l’approvvigionamento idrico della Sicilia centrale: ha fornito acqua potabile a 13 Comuni dell’Ennese e a tanti altri del Nisseno e del Catanese. Con la crisi idrica di questo 2024 l’Enel ha dovuto fermare la centrale idroelettrica, e dall’Ancipa a poco a poco sono stati sganciati quasi tutti i Comuni. Ora restano gli ultimi, dopodiché l’area sui Monti Nebrodi, tra Troina e Cerami, resterà un’enorme distesa – misura 140 ettari – a disposizione degli escursionisti.