Il GdS: «Stop alla fiction su Mario Francese, ricostruzione falsa». Ma è bufera

Di Redazione / 21 Gennaio 2018

PALERMO – Scoppia la polemica su «Liberi Sognatori, Delitto di mafia» la fiction di Canale 5 dedicata a Mario Francese, cronista del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979. La fiction sul giornalista Mario Francese, cronista del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979, getterebbe discredito sull’immagine del quotidiano e sui suoi editori. Lo scrivono in un editoriale dal titolo «Antimafia e mistificazioni» l’editore direttore del Giornale di Sicilia, Antonio Ardizzone, e il vicedirettore responsabile Marco Romano, che annunciano di aver dato mandato ai propri legali di comunicare la revoca dell’autorizzazione all’utilizzo del logo del quotidiano e di alcune pagine del giornale e di avanzare diffida contro la messa in onda (stasera alle 21 su Canale 5) della fiction così come mostrata nell’anteprima di giovedì sera a Palermo. Il film (prodotto da tao 2 di Pietro Valsecchi) è stato diretto dal regista Michele Alhaique e alla sceneggiatura ha partecipato Claudio Fava.

«Il tutto – si legge nell’editoriale – perché questa rappresenta una ricostruzione dei fatti che non esitiamo a definire grossolanamente falsa, strumentalmente artefatta e platealmente incongruente nella tempistica, nella logica e nei contenuti».

Nell’editoriale si parla anche del quotidiano Repubblica «che non perde occasione per attaccare o additare criticamente – e sempre a sproposito , sulla base di teoremi virtuali e ricostruzioni evanescenti – il Giornale di Sicilia».

Nell’edizione palermitana di Repubblica oggi è anticipata la richiesta del Gds di fermare la fiction e, intervistato, il produttore Valsecchi dice: «Il film racconta la verità, non mi aspettavo davvero un’aggressione di questo tipo. E’ un film sulla libertà di stampa per cui Francese si è battuto». 

«I fatti – scrivono Ardizzone e Romano – sono che Mario Francese era un cronista del Giornale di Sicilia, ha firmato approfondite inchieste giornalistiche sul quotidiano smascherando sistemi torbidi e perversi. Mario Francese è stato ucciso per avere avuto il coraggio di scrivere queste cose sul Giornale di Sicilia senza che nessuno al Giornale di Sicilia glielo abbia mai impedito. Piaccia o meno ai finti moralisti dell’antimafia autoreferenziata dei teoremi e delle strumentalizzazioni».

La richiesta del Giornale di Sicilia non è piaciuta però alla Federazione nazionale della Stampa e all’Assostampa siciliana. «Siamo certi che i dirigenti di Canale 5 respingeranno la richiesta di censura preventiva e consentiranno così a milioni di italiani di conoscere la storia di un valoroso giornalista del Giornale di Sicilia che ha pagato con la vita il suo impegno contro la mafia e la corruzione» hanno affermato in una nota Fnsi e Associazione Siciliana della Stampa, che sottolineano: «Dopo, ciascuno avrà modo di puntualizzare o correggere eventuali imprecisioni ed errori».

Anche il presidente di Articolo21, Paolo Borrometi, giudica «inaccettabile» il tentativo di fermare la messa in onda della fiction, «così come inaccettabili sono i continui tentativi di censura messi in atto contro chi cerca di raccontare pagine storiche ma vere del nostro Paese». «Come Articolo21 siamo certi che la fiction su uno straordinario collega come Francese, vittima dei colpi mortali di quella mafia che lui cercava di raccontare con nomi e cognomi, sarà l’occasione per consentire a milioni di italiani di rendersi conto quanto importante sia il giornalismo libero nel nostro Paese e quale alto prezzo sia stato pagato, soprattutto fra Sicilia e Campania. Siamo certi che Canale5 non ci priverà della messa in onda della fiction questa sera».

Il delitto Francese aprì la stagione feroce in cui Cosa Nostra puntò al cuore dello Stato uccidendo i più significativi rappresentanti delle istituzioni in Sicilia. Ma la fiction è dedicata anche al figlio di Francese, Giuseppe, che era bambino quando il padre cadde sotto i colpi di Leoluca Bagarella e che dedicò tutta la sua vita alla ricerca della verità e alla condanna di tutti colpevoli. Fino a un drammatico epilogo: la decisione di togliersi la vita il 3 settembre del 2002, una settimana prima di compiere 36 anni. Il film è stato presentato in anteprima giovedì scorso a Palermo; nel cast Marco Bocci, Claudio Gioè e Romina Mondello.

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