IL COLLOQUIO
Il direttore del Cefpas: «Assunzioni regolari, nell’ente ora vince la meritocrazia»
Robertro Sanfilippo: «Ecco tutte le carte. La Cgil? Come ’u lupu di mala coscienza...»
«In effetti l’aspettavo molto prima. Lei, o qualche suo collega, perché questo dossier pieno di sciocchezze gira già da un po’ di tempo». Roberto Sanfilippo ci accoglie a Caltanissetta, nella stanza dei bottoni del Cefpas, con un sorriso sicuro e la carpetta piena di carte. Per rispondere, punto su punto, alle accuse sulle «anomalie» del dossier della Fp Cgil. Partendo da una reazione di pancia: «Come si opera si giudica, o meglio in siciliano, ‘u lupu di mala coscienza come opera pensa». E da una considerazione: «Capisco che per la Cgil esista solo la corporazione e l’appartenenza” ma per fortuna c’è chi in modo diverso dà valore alla meritocrazia».
Rapida carrellata dei singoli punti. Assunzioni a tempo determinato per 12 mesi: le selezioni «sono tutte avvenute nel pieno rispetto del decreto 165/2001: gli avvisi sono stati pubblicati sul sito dell’Amministrazione Trasparente e l’iscrizione all’Albo tutor è stata una forma di preselezione realizzata con sistemi automatizzati, la proroga è avvenuta nel rispetto della circolare ministeriale n. 17/2018». Gli incarichi di collaborazione «sono stati affidati nel rispetto delle norme del Regolamento dell'ente». E il decreto 33/2013 «non prevede che valutazione comparativa sia resa pubblica».
La selezione di esperti per la struttura speciale appalti-contratti: «Non capisco né come una delibera possa sostituire una proposta della direzione amministrativa ne cosa intraveda la Cgil nella modifica (?) dei requisiti rispetto alle esigenze in prima istanza formulate nella proposta del direttore amministrativo».
Selezione per la struttura di progettazione: «Quanto affermato dalla Cgil non corrisponde al vero: pagina 3 dell'avviso, infatti, è riportato il numero di risorse umane che si intendono selezionare».
E poi i passaggi più delicati. Per Sanfilippo sono «gravissime le illazioni sulla figlia del presidente dell'Ars, sia perché non vere sia per la evidente connotazione politica del dossier». E non c’è disparità di trattamento con l’altro candidato, che presentato l’istanza iniziale «fuori termini», mentre Virginia Miccichè ha inviato la Pec alle 16,25 del 4 gennaio 2021, per poi integrarla. «Sia i delatori al servizio della Cgil sia i vertici della stessa non sono in grado di comprendere la differenza tra quando un’istanza perviene e quando viene protocollata». Il direttore del Cefpas precisa che «l'avviso in questione prevedeva la valutazione di titoli difficilmente reperibili nei professionisti perché legati a un livello di professionalità molto elevato e che la commissione di valutazione era composta da docenti universitari e da professionista con incarichi di livello nazionale». I sospetti? «Un abbaglio».
Altro contratto borderline è quello di Mario Li Castri. «Anche in questo caso occorre sottolineare la gravità delle gratuite affermazioni non corrispondenti al vero», scandisce Sanfilippo: «Il professionista è stato individuato con pubblico bando per la progettazione degli edifici 7 e 13 del Cefpas atteso che l'ente non disponeva delle risorse interne necessarie. In occasione del primo avviso per dirigenti “octies” ha partecipato alla figura“esperto in lavori pubblici” ed è arrivato primo nella selezione».
Infine, la figlia di Marcella Santino, direttore sanitario dell’Asp di Caltanissetta, «professionista che non riceveva critiche dalla Cgil quando ricopriva incarichi di governo con il centrosinistra». Il dettaglio: «Questa ragazza lo scorso anno non ha superato le selezioni per essere assunta, quando la madre, oggi quasi in pensione, era più £potente”, mentre ora ha superato la valutazione come “semplice” collaboratrice. Nella stessa selezione è entrato il figlio della delegata aziendale della Cgil…».
E gli altri “parenti di…”, interni ed esterni? «Caltanissetta è una piccola realtà. Non mi ha stupito che vi siano due coppie tra i dipendenti. Così come non mi stupisce che tra i selezionati vi siano parenti dei dipendenti o di personaggi che hanno avuto o hanno un ruolo nella società. L'importante è che le selezioni e le valutazioni siano avvenute nel rispetto delle norme. Mi chiedo: come mai la Cgil non riporta i parenti di personalità afferenti al proprio mondo che lavorano al Cefpas? Le selezioni in quei casi sono buone?»
Il direttore «per riscontrare le accuse» ha dovuto informarsi «sulle “appartenenze” sia politiche sia familiari». Sanfilippo rivela che «nel corso di questa gestione, il Cefpas ha assunto dieci dirigenti “octies”, di cui sette erano già appartenenti al comparto dell’ente. Di questi, quattro erano iscritti alla Cgil, uno dirigente sindacale e un altro candidato all’Ars con il M5S, ulteriori due sono parenti stretti di persone con ruolo nel Pd o nella Cgil. Una sola non è riconducibile a nessun sindacato o partito. Il precedente direttore del Centro, già deputato Pd e dirigente Cgil, è un collaboratore stabile del Cefpas». E ciò, oltre a smentire le accuse, di profili su misura («non avremmo fotografato 6 su 10 riconducibili alla Cgil»), dimostra «quanta attenzione questa direzione rivolga alle capacità e alla professionalità e quanto poco all'appartenenza».
Infine, il passaggio-clou. «Il Cefpas non solo è immune dalle pressioni della politica, ma l'attuale governo ha più che triplicato l'impegno finanziario sull'ente per un rilancio dello stesso, attribuendogli nuove e ulteriori funzioni all'interno del Ssr. Ringrazio il presidente della Regione sia per la nomina a direttore del Centro sia per l'impegno del governo sul Cefpas. E ringrazio l'assessore alla Salute per l'attenzione e la dedizione profusa nei confronti dell’ente», sillaba Sanfilippo. Che ricorda «le numerose e importanti iniziative che il Cefpas ha intrapreso in questi ultimi tre anni di governo regionale e nuovo management dell'ente. Attività che non hanno confronto con la conduzione Cgil del Cefpas negli anni 2013-17, con governo regionale affidato alle sinistre. Sarà questo il problema della Cgil?»
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