Il coraggio di Domenica: «Ho denunciato chi mi picchiava, ma ora lui è libero e io vivo all’“ergastolo” per paura»

Di Mary Sottile / 10 Settembre 2021
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«Non imparano niente. Ogni donna che viene uccisa ha presentato almeno una denuncia contro il suo carnefice, senza che sia stato fatto nulla per tutelarla. Perché deve essere così, perché nessuno ci protegge? A cosa servono le denunce se poi veniamo lasciate sole, abbandonate al nostro destino e con noi i nostri figli, anche loro vittime? Spesso mi domando se ho fatto bene a denunciare, la mia vita è diventata un incubo. Io è come se fossi in carcere, lontana dai miei figli e lui, invece, è libero, nonostante le ritorsioni, le minacce, la paura quotidiana e costante con cui ci ha costretti a vivere. Questa non è vita».

È un fiume in piena Domenica Basile, 37 anni, paternese, vittima di maltrattamenti in famiglia, con il suo ex che la riempiva di botte, costantemente, anche quando era in gravidanza. Per lei undici anni di calvario, di occhi neri, di contusioni, di costole incrinate; undici anni di umiliazioni, di mortificazioni, di offese ed ingiurie subite, sopportando in silenzio.

Poi, nel 2016, la goccia che fece traboccare il vaso. Quella sera le botte non furono solo per Domenica ma anche per la figlia maggiore di lei. Da qui la fuga, la decisione di lasciare quella casa e denunciare. La paura provata per i suoi figli era troppo grande per restare ancora in silenzio. La sua prima denuncia la presentò in quello stesso anno e il suo ex venne arrestato per maltrattamenti in famiglia. Scontati due anni in carcere è tornato in libertà e per Domenica e i suoi figli è ricominciato l’incubo. 

 

 

Domenica è una donna coraggiosa e non si è fermata, ha denunciato di nuovo il suo ex, questa volta per stalking. Per lui due mesi di carcere, un divieto di avvicinamento alla casa della figlia più grande di Domenica, dove vivono anche due dei quattro figli della coppia, e il successivo ritorno alla vita di tutti i giorni.

 

 

L’ultima denuncia di Domenica è dello scorso mese di giugno, quando l’uomo ha minacciato pesantemente due dei quattro figli della coppia, entrambi minorenni. «Ho paura. Chiedo ancora una volta aiuto – implora adesso -. Per non morire ho dovuto lasciare la mia terra, perché sono certa che mi avrebbe uccisa come più volte mi ha detto». 

Domenica Basile da qualche anno vive in un’altra regione, per lei la sofferta decisione di andare via, di lasciare Paternò e la Sicilia, temendo per la sua vita visto che lui l’aveva minacciata, le si presentava sotto casa, anche di notte, senza darle tregua. 

«Sento le notizie di tante donne morire e mi chiedo quando lo Stato si deciderà a cambiare le cose, a non renderci più carne da macello – afferma con forza -. Non posso vivere serena, ho paura per i miei figli che sono rimasti a Paternò. Quest’estate li ho visti di nascosto. Sono tornata in Sicilia per seguirli con i vaccini, ma l’ho fatto in gran segreto. Per evitare di incontrare il mio ex, io e i miei figli ci siamo dovuti nascondere in un altro Comune. Nonostante la denuncia presentata a giugno per stalking ad oggi non si è mossa foglia. Dove sono le tutele che doveva garantirci la nuova normativa del “Codice rosso”? Io non voglio morire, non voglio finire sotto terra. E voglio sicurezza anche per i miei figli che hanno pagato già duramente per tutto questo. È una vergogna. Un processo per stalking non può durare anni. I miei figli hanno solo me e io devo proteggerli». 

 

 

Domenica che con sé ha due figli ancora piccoli, è inarrestabile, non si ferma. Presa carta e penna ha anche scritto al Tribunale di Catania. «Il mio ex ha condannato all’ergastolo me e i miei figli – scrive -. I miei figli non avranno più indietro la loro infanzia e la loro adolescenza. Io voglio invece la libertà per loro e per me». 

Pubblicato da:
Alfredo Zermo
Tag: codice rosso maltrattamenti in famiglia paternò stalking violenza sulle donne