Il Consiglio comunale nato da “Gettonopoli”
Il Consiglio comunale nato da “Gettonopoli” non rinuncia al gettone di presenza, ma con vari distinguo
Ma bisogna fare vari distinguo
L’aula, con un solo favorevole e 21 contrari, ha respinto al termine di una seduta lunga e accesissima la mozione del consigliere comunale Marcello La Scala – e presentata appena il 17 luglio scorso – che prevedeva la riduzione del “cento per cento dei gettoni percepiti per la partecipazione alle commissioni consiliari per la costituzione di un fondo di solidarietà per cittadini in condizioni di grave bisogno”.
Da lì si è sviluppata una discussione che ha declinato tutte le diverse sfumature del “non la voto”, trovando diverse motivazioni: da quelle burocratiche a quelle morali passando, evidentemente, da quelle politiche. Molti hanno giocato la “carta” del “percepiamo già pochissimo, solo duecento euro al mese”. Tra questi anche gli ex consiglieri comunali rieletti, i quali però non hanno potuto che trasformare la vicenda in uno scontro politico personale verso La Scala e chi attraverso quel movimento di piazza che fu #Agrigentomanifesta ha ottenuto carriere politiche. Gerlando Gibilaro, che aveva presentato un atto che imponeva il taglio delle indennità, senza ottenere consensi, ha ad esempio dichiarato che “gettonopoli fu una farsa, dato che la gente che gridava ‘ladri’ oggi ha ricevuto avvisi di garanzia”. E mentre c’era chi, come Pasquale Spataro, tentava di puntare la carta dell’inammissibilità dell’atto, la spaccatura più evidente è stata all’interno dello stesso Movimento 5 Stelle, con il capogruppo Marcella Carlisi (che ha presentato mesi fa una proposta di riduzione di tutte le indennità) che ha definito la rinuncia totale “una scelta populistica e uno strascico di gettonopoli, che sancirebbe il fatto che la politica possa essere fatta solo dai ricchi”. Fuori dal coro l’indipendente William Giacalone (che proponeva di “salvare” dalla mozione la costituzione del fondo per i bisognosi) e il vicepresidente del consiglio Raffaele Sanzo, che, anzi, ha sostenuto la necessità di aumentare il tetto massimo previsto per legge. “Questa mozione è offensiva della dignità dei consiglieri comunali – ha detto -. nessuno può impormi quanto devo percepire”. Ad oggi, ad onor di cronaca, risultano già impegnati a destinare ad iniziative pubbliche e sociali i gettoni delle commissioni oltre La Scala, anche i gruppi consiliari di Agrigento cambia e Agrigento rinasce, con la sola Cristina Graceffa a rinunciare totalmente ad ogni indennità. Gli importi complessivamente percepiti, comunque, risultano ad oggi molto più bassi del passato.