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Il cardiochirurgo arrestato

Il Codacons: “Mignosa torni al lavoro per il bene dei pazienti”

La richiesta alla Procura di Catania: "Finché non si individui un sostituto all'altezza"

Di Redazione |

 Il Codacons, all’indomani della notizia dell’arresto per corruzione del dottor Carmelo Mignosa, primario di Cardiochirurgia al Policlinico, ha annunciato di costituirsi parte offesa. «Il medico è indagato dalla Procura  per aver tentato di pilotare una gara d’appalto di 30 milioni di euro per la fornitura di materiale specialistico bandita dall’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico "G. Rodolico-San Marco". 

«Le accuse rivolte al primario – dice il Codacons – sono gravissime, poiché riguarderebbero, stando agli organi di stampa, una procedura di gara che consta di 122 lotti, in cui il cardiochirurgo ricopriva anche il ruolo di presidente della commissione tecnica e pare che durante le indagini siano emersi vari contatti tra il primario ed alcuni imprenditori, tutti interessati ad aggiudicarsi uno o più lotti della gara d’appalto, tra cui l’imprenditore Fabiano, che avrebbe versato la mazzetta».

Pertanto il Codacons, se l’ipotesi accusatoria dovesse trovare conferma, condanna fermamente «la condotta del medico, a cui va applicata  una pena giusta. Tuttavia, ci vediamo costretti, sempre nell’interesse dei cittadini, e in particolare dei pazienti, a rivolgere alla magistratura etnea la richiesta di consentire al cardiochirurgo di svolgere l’attività lavorativa. Infatti, in attesa che la Direzione sanitaria individui un sostituto del dottor Mignosa, che abbia pari capacità di quest’ultimo, tutti gli interventi chirurgici programmati con il primario si devono fare e i pazienti ricoverati nel reparto di Cardiochirurgia del Policlinico devono poter ricevere adeguate cure; perché – conclude il Codacons – è essenziale che i malati non vengano abbandonati».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA