«Sentivo un odore non gradevole, mi sono avvicinato e lì ho trovato parti del corpo di Gioele». Giuseppe Di Bello, il carabiniere in congedo che ieri ha trovato i resti umani che apparterebbero “quasi certamente” al piccolo Gioele racconta ai giornalisti come è arrivato al tronco del bambino.
«I cani – dice ancora – non riescono a dosare da lì, è difficile che riescano ad arrivarci. Per fare arrivare laggiù il procuratore Cavallo ho dovuto fare una traccia con la falce». Parlando della possibilità che madre e figlio siano morti nello stesso posto come dice il procuratore Cavallo, allarga le braccia: «Non spetta a me dirlo».