”Il ministro dell’Interno mi ha risposto dicendo che dal 30 maggio aveva avviato attività di controllo sul Cara di Mineo”. Lo ha detto a Otto e mezzo il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone. “Ieri – ha spiegato Cantone – ho verificato che il Ministro dell’Interno ci ha risposto. Perché noi all’esito, quando abbiamo verificato che la stazione appaltante non intendeva revocare, abbiamo segnalato al Ministro dell’Interno questo comportamento anche al fine di attivare i poteri di controllo; perché non dimentichiamo che qui la stazione appaltante è stata creata, come dicono le indagini, apposta da Odevaine, ma i soldi erano i soldi dello Stato. Quindi noi abbiamo fatto una segnalazione al Ministro dell’Interno il 27 maggio. Il ministro ieri mi ha risposto, ho trovato stamattina la risposta in ufficio, con cui mi diceva che dal 30 maggio aveva avviato attività di controllo sul CARA di Mineo”.
Sull’appalto da cento milioni alle cooperative coinvolte in Mafia Capitale per la gestione di alcuni servizi al Cara di Mineo “noi avevamo, come Autorità anticorruzione, aperto un faro ben prima che ci fosse questa seconda tranche delle indagini, perché avevamo avuto un esposto da parte di un concorrente che aveva lamentato che l’appalto, il bando era stato scritto in un certo modo”, ha proseguito Cantone. “Avevamo fatto, il 27 mi pare o di gennaio o di febbraio, un parere in cui dicevamo che l’appalto era assolutamente irregolare – ha spiegato Cantone – era assolutamente illegittimo ed erano stati richiesti dei requisiti che erano stati quasi costruiti su misura. Del resto, a un appalto di 100 milioni ha partecipato un concorrente che ha vinto l’appalto con un ribasso dell’1%. Ora, in una nazione in cui i ribassi spesso sono del 40–50%, un ribasso dell’1% è strano. Il nostro parere però è stato assolutamente ignorato”.
A predisporre migliori controlli sull’appalto per una serie di servizi al Cara di Mineo “non doveva essere necessariamente il Ministero dell’Interno. Perché molti di questi appalti sono stati dati dagli enti locali”. A chiarirlo è stato sempre il presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone.