Notizie Locali


SEZIONI
°

Contenuto riservato ai membri

Il caso

Il canale Arci supera lo sbarramento e sfocia alla Plaia. Sidra: «Era già tutto previsto»

Il corso d'acqua è ancora “collegato” al mare, fino a ieri pomeriggio interventi di pulizia al torrente Forcile

Di Maria Elena Quaiotti |

La quiete – apparente – dopo la tempesta, si potrebbe dire. Ieri siamo stati in sopralluogo nei due punti critici che ancora una volta erano stati messi alla prova dopo la pioggia caduta lunedì pomeriggio: parliamo del torrente Forcile alla rotonda dell’aeroplanino e del canale Arci lungo la Ss114 all’altezza della ex Casa cantoniera, oltre che alla Plaia dove i due corsi d’acqua sfociano.Per quanto riguarda il Forcile è l’assessore alla Protezione civile Alessandro Porto ad aver ribadito ieri a “La Sicilia” quanto successo lunedì: «Siamo stati avvisati del pericolo dagli stessi abitanti del Villaggio e dal presidente di Municipalità Francesco Valenti, con i quali siamo sempre in stretto contatto. Ho dunque chiesto l’intervento immediato per liberare il sottopasso dalla vegetazione che stava occludendo il passaggio dell’acqua dopo il rigonfiamento del torrente. Operazione che è stata fatta dal personale delle Manutenzioni, Ecologie e Protezione civile, con l’impegno di tornare il giorno dopo a completare il lavoro». Ieri mattina il livello del torrente era basso e sotto il ponticello si notava chiaramente vegetazione ancora da togliere e che costituisce un potenziale “tappo” in caso di nuova piena che, come provato, porta con sé tutto quanto trova nel suo percorso.

«I nostri operatori – ha precisato Porto – sono tornati sul posto nel pomeriggio, dopo aver dovuto sistemare un guasto al “ragno” utilizzato il giorno prima. A loro va fatto un plauso per aver lavorato in condizioni difficili e in un intervento in emergenza». Emergenza che, per inciso, sarebbe decisamente ridimensionata se l’alveo stesso del Forcile insieme con gli argini, non solo in questo punto ma in tutto il corso del torrente, venisse costantemente ripulito da vegetazione e rifiuti. Operazione che del resto andrebbe garantita a tutti gli altri corsi d’acqua in città, assieme al controllo di eventuali scarichi e sversamenti. Ultima annotazione: neanche la piena è riuscita ad eliminare la Lemna, la pianta galleggiante indicatore di inquinamento, che da settimane ormai caratterizza il Forcile.

La questione dell’Arci è più complessa

Più complessa la questione del canale Arci che, per la piena improvvisa di lunedì, aveva fatto saltare la tura posta da Sidra prima del ponticello lungo la Ss 114 all’altezza della Casa cantoniera, tura realizzata nel mese di giugno a stagione balneare avviata. Hanno fatto il giro del web le immagini girate lunedì pomeriggio dagli stessi bagnanti che riprendevano esattamente gli attimi in cui l’Arci “riconquistava” il mare con tutta la furia della piena. «Accade sempre così – ci hanno detto ieri dai lidi vicini alla foce – ad un certo punto si è vista tutta l’acqua nera, erba, alghe: una situazione impressionante». Sempre ieri qualche bagnante ha pure fatto il bagno: «L’acqua non è proprio malissimo, considerato che si è riaperto il fiume (così chiamato impropriamente), ma vedrà che ora lo richiudono». In effetti ieri a metà giornata la foce dell’Arci alla Plaia era decisamente ridimensionata, neanche ce ne si sarebbe accorti se non andandoci apposta. Ripristinerete la tura? Abbiamo chiesto al presidente Sidra, Fabio Fatuzzo. «La tura – ha risposto – deve arrivare ad una certa altezza per evitare che l’acqua in condizioni normali tracimi, ed è composta da blocchi di cemento e argilla. Con la pioggia, tracimando, si è impedito l’allagamento della zona industriale. L’argilla non c’è più? La rimetteremo al più presto».

La nota di Sidra

In una nota, riferendosi all’articolo pubblicato ieri, Sidra precisa pure che «esiste, come peraltro riportato nell’articolo, una sentenza imposta del Tribunale di Catania del 2021 che indica la soluzione dello sbarramento. Soluzione quella imposta dal tribunale in contrasto con l’ordinanza più recente dell’Autorità di bacino che in un primo momento aveva vietato la stessa soluzione dello sbarramento. In una recente riunione del giugno scorso le autorità competenti presenti e preposte hanno imposto alla Sidra spa che ogni sbarramento, in caso di improvvise bombe d’acqua, sia superabile dal corso d’acqua per evitare il conseguente e inevitabile allegamento di tutta la zona industriale».Detto ciò, anche se la stagione balneare 2024 (nonostante l’incidente di lunedì) dovesse salvarsi sembra ormai non più rinviabile l’applicazione del Piano di utilizzo del demanio marittimo (Pudm), per non ricorrere più a soluzioni tampone e, come ricorda anche Giuseppe Cirelli, docente di Idraulica agraria dell’Università di Catania «far rispettare il divieto di presenza di lidi in corrispondenza dei corsi d’acqua artificializzati in seguito ad interventi di bonifica idraulica, come l’Arci».

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati