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La sentenza

Il boato e poi il crollo in via Crispi: il tribunale ha condannato l’inquilino del primo piano

Nell’esplosione morirono due donne e rimase ferita una bimba di dieci mesi. Sei anni di reclusione e risarcimento alle vittime

Di Laura Distefano |

Il palazzo sventrato del civico 111 è diventato quasi invisibile in via Francesco Crispi. Eppure esiste. È ancora lì, sbriciolato. La devastazione è lì davanti agli occhi. Anche se si fa finta di non vedere. Sotto quelle macerie morirono due donne, Agata Strano e Rosaria Nicosia. La prima immediatamente, la seconda dopo un mese di calvario in ospedale. Una bimba di dieci mesi rimase gravemente ferita. E le cicatrici purtroppo sono ancora visibili.Era la notte del 27 febbraio 2017 quando un boato squarciò l’aria e svegliò mezza città. L’esplosione di una bombola provocò il crollo della palazzina che si affaccia sulla strada che conduce a piazza Verga. Dove c’è il palazzo di giustizia.Sono serviti sette anni per arrivare a una sentenza. Il Tribunale ha condannato Arturo Russello a sei anni di reclusione per disastro colposo e omicidio colposo. «In qualità di proprietario dell’appartamento al primo piano, per imprudenza, negligenza e per colpa, consistita nell’aver omesso il controllo circa la corretta chiusura della bombola a gasa della stufa, a causa di una perdita di gas Gpl causava il collo e la conseguente distruzione», questo è il primo freddo atto d’accusa della procura nei confronti dell’imputato. Il presidente della prima sezione penale del Tribunale, Renato Pivetti, ha letto il dispositivo mercoledì sera. Il collegio ha escluso l’aggravante «di aver omesso di osservare le norme comportamentali per la prevenzione degli infortuni sul lavoro».Il secondo j’accuse riguarda le vittime: «La distruzione della palazzina ha portato il conseguente decesso di Agata, morta nell’immediatezza del fatto per asfissia, e di Rosaria, deceduta in ospedale il 31 marzo 2017 per il politrauma riportato dopo il cedimento. C’era anche un terzo capo d’imputazione ma il Tribunale lo ha ritenuto assorbito dal secondo.Russello, difeso dall’avvocato Alessandra Sgroi, è stato condannato a rifondere le parti civili costituite e a risarcire il danno ai parenti delle tre vittime che dovranno liquidarsi separatamente davanti al giudice civile.I familiari della piccola ferita sono stati assistiti dall’avvocato Vincenzo Ragazzi. «È stato un processo lungo. Questa sentenza in qualche modo ridà giustizia», poche parole pronunciate con un pizzico di amarezza. «La verità è che tragedie come queste non dovrebbero mai accadere», dice il legale.Non può davvero bastare una sentenza per alleviare il dolore di chi sotto quei detriti ha costruito lapidi.

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