ROMA – «Sono decisioni che prendi d’istinto. Ho pensato anche ai miei figli, a cosa sarebbe potuto succedere loro se la vittima fossi stata io. Sentivo di dover salvare quei bambini». Lo dice serenamente Paola Giulianelli, che nel 2007 con il marito Carmelo Calì, accetta, pur avendo già due figli, di prendere prima in affidamento e poi di adottare i tre bambini (allora di 3, 5 e 6 anni) di una cugina dell’uomo, Marianna Manduca, barbaramente uccisa (nonostante avesse lanciato l’allarme con ben 12 denunce per violenze contro il coniuge) a coltellate per strada dal marito Saverio Nolfo, a Palagonia (Catania). La nuova vita, pur tra mille difficoltà, data ai bambini da Paola e Carmelo nella città dove ancora vivono, Senigallia, ha liberamente ispirato il racconto de “I nostri figli”, il film tv di Andrea Porporati con Giorgio Pasotti e Vanessa Incontrada andato in onda il 6 dicembre su Rai1 in prima serata.
In Italia, dal 2000 ad oggi gli orfani dei femminicidi maturati fra le mura domestiche sono oltre 1.600, rimasti, fino all’approvazione di una legge nel dicembre 2017, senza tutele. «Persone come Carmelo e Paola sono i veri supereroi di ogni giorno da ammirare – commenta Giorgio Pasotti – hanno fatto qualcosa di incredibile con una naturalezza disarmante. Mi hanno insegnato molto». Vanessa Incontrada non sa se avrebbe avuto lo stesso coraggio: «Sono situazioni in cui bisogna trovarsi, per sapere».
Carmelo Calì (che l’hanno scorso ha vinto una battaglia legale contro lo Stato colpevole di non avere protetto Marianna, nonostante le denunce della donna), conferma che quella sua e dalla moglie «è stata una scelta istintiva, anche perché non si poteva aspettare, abbiamo deciso in 4 ore di portare da noi i ragazzi. Poi ci siamo resi conto di tutte le difficoltà, anche economiche, ma la forza, la tenacia e l’amore in casa nostra ci hanno portato avanti. Io rifarei tutto».