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I pendolari e i treni “lumaca” in Sicilia

I pendolari e i treni “lumaca” in Sicilia In due mesi solo 90 convogli in orario

Dal crollo del viadotto Himera accumulati 5.023 minuti di ritardo

Di Davide Guarcello |

PALERMO – A tre mesi dal cedimento del viadotto Himera sull’A19 Palermo–Catania, il Comitato dei pendolari siciliani ha condotto un monitoraggio sui treni per evidenziarne i tempi e i disservizi. In base allo studio condotto dal 3 maggio al 30 giugno scorsi, si evidenzia che «i treni arrivati in anticipo o in perfetto orario sono stati 90; quelli giunti in ritardo (da 1 minuto a oltre 60 minuti) sono ben 552; i km/treno soppressi sono 161; e in totale si registrano ben 5.023 minuti di ritardo, pari a 84 ore e 12 minuti (cioè 3 giorni e mezzo) ». Questa, l’istantanea tracciata dal coordinatore dei pendolari siciliani, Giosuè Malaponti. Il monitoraggio, nello specifico, rileva che in questi 46 giorni «su 634 treni analizzati, solo 63 (cioè il 10%) sono arrivati in anticipo; 27 in orario (il 4%); 3 treni soppressi (0,5%); i convogli giunti in ritardo da 1 a 5 minuti sono stati 300 (47%); 134 con un ritardo da 6 a 10 minuti (21%); 56 con un ritardo da 11 a 20 minuti (8,2%); 52 con un ritardo superiore ai 20 minuti (7,8%); e 10 con un ritardo superiore ai 60 minuti (1,5%) ».   Tali dati saranno inoltrati all’assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Pizzo, al dirigente generale del Dipartimento Infrastrutture, Fulvio Bellomo e a Diego Greco del Dipartimento 4° Servizio Trasporto Ferroviario «per le loro valutazioni».   Malaponti evidenzia che «grazie all’intervento “propizio” di madre natura sull’A19 Palermo–Catania è stato attuato nell’immediatezza, vista l’emergenza, il progetto della nuova offerta commerciale al quale stava lavorando Trenitalia, per il cambio orario di dicembre 2015 e che di sicuro non avrebbe avuto gli stessi risultati sulla frequentazione dell’utenza. Invitiamo Pizzo e il direttore regionale di Trenitalia, Maurizio Mancarella, a non smantellare con l’inserimento di treni regionali veloci, l’ormai consolidata offerta di trasporto sulle relazioni dove si hanno dati certi relativi alla frequentazione giornaliera. Vedi la Trapani–Palermo, la Palermo–Messina, la Messina–Catania–Siracusa, la Agrigento–Caltanissetta–Palermo, almeno a garanzia delle fasce orarie a maggior flusso pendolare quali: 6–9, 13–15 e 18–21».   Non manca una stoccata a Trenitalia: «Da qualche settimana – prosegue il presidente dei pendolari – è partita la nuova campagna promozionale di Trenitalia per rilanciare il proprio brand in Sicilia, che recita: “Dal 3 maggio oltre 100.000 pendolari ci hanno scelto, dal 29 giugno raddoppia l’offerta da 2.100 a 4.200 posti al giorno”. Non ci sembra che in Sicilia ci siano altre ferrovie, così da dare all’utenza la possibilità di scegliere con chi viaggiare. L’unica impresa a gestire il trasporto ferroviario siciliano è Trenitalia, e lo sarà almeno 12 anni. Quindi – chiede ironicamente – di quale “scelta” stiamo parlando, visto il monopolio di un solo gestore? Il treno è stato l’unico mezzo di trasporto, vista l’emergenza sulla A19, che poteva assicurare un collegamento pseudo–veloce tra i due capoluoghi Palermo e Catania. Quindi, come recita un detto siciliano: “O ti mangi ‘sta minestra, o…”».   Infine, sul Contratto di servizio i pendolari chiedono un incontro con l’assessore Pizzo «per conoscere gli allegati prima della firma definitiva che dovrebbe avvenire a fine luglio».

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