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I genitori del minore abusato dal prete a Piazza Armerina: «Diocesi ci offrì soldi per il silenzio»

Di Redazione |

ENNA  «La Diocesi ci offrì dei soldi della Caritas in cambio di una “clausola di riservatezza” e del silenzio di nostro figlio». Lo sostengono i genitori dell’uomo che ha denunciato di avere subito abusi da un prete a Enna quando aveva 15 anni. Dopo il suo esposto la Procura della città ha aperto un’inchiesta per violenza sessuale nei confronti del sacerdote, delegando le indagini alla squadra mobile della Questura.

«L’unico nostro interesse – affermano – era quello di avere giustizia con l’allontanamento definitivo del sacerdote da Enna e l’ammonizione scritta da parte del vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana».

Secondo la ricostruzione dei genitori dell’uomo, assistiti dall’avvocato Eleanna Mollica Parasiliti, l’accordo, «mediato da un avvocato rotale del Nord Italia, prevedeva anche una “clausola di riservatezza”».

La Procura di Enna continua a lavorare in silenzio, ma dagli accertamenti sarebbe emerso che la Chiesa avrebbe archiviato l’indagine nei confronti del presunto autore degli abusi sul minorenne per un difetto di competenza tecnico-giuridica: all’epoca dei fatti il prete era ancora seminarista. La Curia di Piazza Armerina lo avrebbe quindi invitato a trasferirsi in una regione del Nord Italia, dove sta frequentando un dottorato di ricerca.

Ad Enna il prete, che gestisce un’associazione con centinaia di giovani, è tornato in estate ed ha celebrato messa. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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