I “Covid Hospital” in Sicilia: 1.000 posti e un piano straordinario per le assunzioni

Di Redazione / 12 Marzo 2020

CATANIA – Se è vero – com’è vero, così come confermatoci da autorevoli fonti governative – che nel corso del vertice a Roma, lunedì scorso poco prima del penultimo decreto, un ministro ha detto che «se nelle regioni del Sud ci dovesse essere il 30 per cento di quello che c’è stato in Lombardia, salta il tappo», allora ogni giorno in più è un giorno perso affinché la Sicilia sia preparata al peggio.

E così la Regione, che finora ha retto l’impatto della gestione di un’emergenza ancora non preoccupante nei numeri, prova a fare un salto in avanti. Programmando, pur con tutte le difficoltà del caso, alcuni interventi a breve-medio termine. Un «piano di guerra antivirus», lo definiscono a Palermo. Dove già oggi, nella seduta di giunta prevista in videoconferenza, l’assessore alla Salute porterà alcune misure urgenti.

Un primo punto riguarda il personale: il caso lombardo insegna che, quando il sistema sanitario è sottoposto a un picco di contagi, le risorse umane negli ospedali entrano sotto stress. E così Ruggero Razza, dopo un confronto col ministero, lancia «un piano straordinario per l’assunzione di centinaia di medici, infermieri e personale sociosanitario». Lo strumento sarà un «avviso aperto per manifestazioni di disponibilità a contratti a tempo determinato». Con alcune aziende sanitarie e ospedaliere che si occuperanno direttamente delle procedure: il Policlinico di Messina per l’assunzione dei medici, l’Asp di Palermo per infermieri e operatori sociosanitari. Il Cannizzaro di Catania sarà invece capofila nell’acquisto di apparecchiature e dotazioni, fermo restando che «il grosso delle forniture è in carico a Consip attraverso la Protezione civile». Nella delibera che potrebbe essere firmata oggi stesso dal governo altre misure: scorrimento di graduatorie già aperte, ma anche selezione di medici specializzandi in Infettivologia e in Anestesia e rianimazione.

E poi, ovviamente, i posti-letto. Un’altra delle criticità sollevate dal tavolo romano, in cui s’era addirittura ipotizzato, per il Sud e per la Sicilia in particolare, di “requisire” alcuni ambulatori ospedalieri non d’emergenza. Un’evenienza che dovrebbe essere scongiurata dagli altri interventi predisposti da Razza, dopo averli condivisi con il governatore Nello Musumeci. Una «rete di Covid Hospital con mille posti riservati soltanto ai potenziali contagiati» è l’obiettivo dichiarato. Tutt’altro che facile da raggiungere. Per questo l’assessore alla Salute ha già sollecitato (e ottenuto) «la disponibilità di strutture private» in cui allestire reparti di Malattie infettive, anche attrezzati con stanze di isolamento a pressione negativa. Ma la maggior parte dei posti arriverà dalla servizio pubblico, «con la riconversione di spazi già disponibili e la rimodulazione di strutture dismesse».

In quest’ultimo caso rientra Catania: un intero padiglione del vecchio Vittorio Emanuele diventerà un “reparto coronavirus”. Nel Palermitano i contagiati verrebbero curati all’ospedale di Partinico, mentre a Messina il Policlinico potrà offrire 70 nuovi posti dedicati. Nell’Ennese si pensa a un netkork fra l’ospedale del capoluogo e quelli di Leonforte, Nicosia e Piazza Armerina; insufficiente, a Siracusa, la capienza di immobili pubblici, ma c’è già la disponibilità delle cliniche.

«La mappa finale dovrà coprire le potenziali necessità di tutte le province», rassicura Razza. Che conferma la «predisposizione di altri 150 posti di Terapia intensiva», 40 in più dei 456 programmati nella Rete ospedaliera, dei quali 346 attivi prima dell’emergenza. Partendo da una base di quasi 500 posti, l’idea è aggiungerne «almeno altri 300», attraverso «la razionalizzazione di reparti che si libereranno anche rinviando interventi differibili», ma anche istituendo «Rianimazioni interamente dedicate al coronavirus», come ad esempio nel nuovo San Marco di Catania.

«Ho parlato con l’Autorità portuale di Palermo che mi conferma esserci un armatore disposto a mettere al molo una nave crociera con un centinaio di posti letto e personale sanitario». Quasi una suggestione, quella lanciata ieri da Musumeci. Ma, coi tempi che corrono, anche un’offerta da tenere in considerazione.

«Ci è stata data la disponibilità anche di una nave ospedale, è una possibilità che non vogliamo escludere, ma intanto si parte dalla struttura ospedaliera realizzando mille posti letto dedicati entro una settimana», ha confermato questa mattina l’assessore Razza ad Agorà di Raitre.

C’è poi urgenza di mascherina e guanti: «Noi condividiamo questo momento di coesione nazionale e di responsabilità – ha aggiunto Razza – ma abbiamo bisogno di un’equa distribuzione delle risorse: i dispositivi di protezione individuale sono diventati una necessità. E siccome la Protezione civile si è fatta carico della distruzione di tutto il fabbisogno nazionale, noi abbiamo bisogno, e sono certo, il contatto con il governo è costante, che si stanno adottando tutte le migliori sinergie per potere distribuire in maniera celere i dispositivi».

Twitter: @MarioBarresi

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