criminalità
I clan della Noce sull’orlo di una guerra di mafia: retata della Polizia a Palermo
Arresti e perquisizioni: 11 misure cautelari
Dalle prime luci dell’alba, è in corso una operazione antimafia della Polizia che sta interessando a Palermo il territorio ricadente nel “mandamento” della Noce e le famiglie mafiose che lo compogono.
Sul campo decine di poliziotti tra quelli dei reparti operativi ed investigativi della Polizia che, con l’ausilio di Unità cinofile della Questura, coordinati dall’alto da un elicottero del IV Reparto Volo, stanno effettuando notifiche di provvedimenti cautelari e perquisizioni. Sotto la lente d’ingrandimento di investigatori e magistrati le fibrillazioni di uno storico mandamento mafioso di Cosa Nostra palermitana, che, nel recente periodo, è stato interessato da un riassetto organizzativo, non privo di tensioni e contrasti tra fazioni, legate rispettivamente all’ala tradizionale ed a quella delle nuove leve della criminalità organizzata. Undici le misure cautelari notificate.
L’inchiesta
Tutti gli undici indagati (i provvedimenti erano 12 ma uno degli indagati è morto) sono accusati a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico di stupefacenti e detenzione illegali di armi. L’inchiesta è stata coordinata dalla Dda di Palermo.
Nel corso delle indagini sono stati acquisiti elementi sull’ascesa degli attuali referenti del mandamento della Noce, che avrebbero assunto la gestione delle principali attività illecite. In particolare, è stata registrata una scissione interna alla famiglia mafiosa “Noce” che ha fatto emergere due diverse fazioni: una più tradizionale e garantista del rispetto dei dogmi mafiosi, una più giovane e alternativa ma, al pari della prima, ufficialmente riconosciuta e legittimata. E’ emerso che i rappresentanti delle famiglie mafiose del mandamento sarebbero stati decisi unilateralmente da uno storico capomafia prima della sua morte, senza tuttavia ricorrere a metodi più democratici. Da qui la scissione che, fino ad oggi ha garantito una coesistenza pacifica. Nel corso delle attività investigative sono venuti alla luce diversi casi di estorsione ai danni di cantieri edili e attività commerciali di varia natura. Sono anche state ricostruite le fasi di una rapina avvenuta nel giugno 2023 ai danni di un commerciante della zona e sono stati individuati i presunti autori che sono stati arrestati. La vittima ha denunciato che la rapina era maturata dopo una serie ininterrotta di danneggiamenti che lo stesso aveva subito da parte di soggetti vicine ai clan del territorio. Significativa e preoccupante invece il coinvolgimento di uomini di cosa nostra per la risoluzione di problemi sociali, come dirimere le questioni di concorrenza o dissidi tra privati. I clan hanno anche gestito le piazze di spaccio e dei canali di approvvigionamento. L’indagine denominata “Nuovo Corso” ha visto anche diverse perquisizioni nei confronti di altri indagati non interessati da misure cautelari e sono stati complessivamente impiegati un centinaio di poliziotti.
In processione dai boss
Tutti andavano a chiedere favori al boss: dai proprietari degli immobili che volevano liberarsi degli affittuari morosi, alla coppia che aveva litigato col compagno di scuola del figlio, a chi vantava crediti non soddisfatti, a chi voleva aprire un’attività commerciale e aveva bisogno dell’autorizzazione mafiosa. E’ il quadro “sconfortante”, così lo definisce il gip, emerso dall’ultima operazione di polizia contro il mandamento mafioso della Noce, a Palermo. I referenti delle istanze erano Renzo Lo Nigro e Carlo Castagna, entrambi coinvolti nell’inchiesta.
«Siete le uniche persone che riescono a risolvere tutti i problemi», diceva una signora che voleva aprire una pizzeria a Castagna. «Mi spiace, bontà sua», rispondeva lui non sapendo di essere intercettato.«Ne viene fuori una mafia cui si demanda il compito, In una società frammentata nei suoi centri di potere e senza punti di riferimento statuali percepiti come affidabili, di risolvere velocemente e senza attivare procedure legali, le più svariate problematiche in una prostrazione della dignità e abdicazione al rispetto dei propri diritti sconsolante e indicativa di un preoccupante degrado sociale», scrive il gip.«Ne deriva la fotografia di una diffusa cittadinanza rimasta ancora del tutto passiva e impermeabile agli stimoli volti al recupero di una dimensione invece attiva e responsabile», aggiunge il giudice.
Le tensioni nei clan
Appena scarcerato, dopo una condanna per mafia, ha comprato una nuova sim, poi intestata alla moglie, che gli inquirenti hanno immediatamente scoperto e intercettato. «La mia priorità lo sai quale è? Loro devono sapere che ne sono uscito, mi avete fatto una minchia tanta, io neanche posso combattere con te che non sei capace di fare niente. Quindi mollatemi. Sleghiamoci», diceva il mafioso Renzo Lo Nigro, oggi riarrestato per mafia. Ma il boss, in realtà, hanno accertato gli investigatori, non aveva alcuna intenzione di lasciare Cosa nostra, solo non riconosceva più l’autorità della vecchia leva.Infatti gli accertamenti hanno dimostrato che Lo Nigro, uscito di cella, ha stretto un rapporto con un altro mafioso, Carlo Castagna, mantenendo «rapporti paralleli» con mafiosi di altri mandamenti, commissionando estorsioni, commerciando in droga e accreditandosi come soggetto in grado, grazie alla sua caratura mafiosa, di far recuperare crediti esercitando il ruolo di referente sul territorio per risolvere i problemi più vari. “Il tutto – scrive il gip che ha disposto l’arresto – in aspra polemica con i soggetti posti nel nuovo assetto del mandamento colpevoli di non rispettare le vecchie regole di Cosa nostra e di essere – diceva Lo Nigro – “cose inutili”».
Gli indagati
Ecco gli indagati nell’operazione antimafia nel quartiere palermitano della Noce. Il gip Claudia Rosini ha disposto il carcere per Renzo Lo Nigro, 52 anni; Carlo Castagna, 46 anni; Giuseppe Romagnolo, 56 anni; Benedetto Di Cara, 35 anni; Salvatore Chiovaro, 48 anni; Fabio Billeci, 51 anni; Salvatore Palmeri, 53 anni; Cosimo Semprecondio, 56 anni; Lorenzo Di Stefano, 24 anni; Kevin Dragotto, 21 anni; Mario Di Cristina, 50 anni.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA