Guardie mediche estive il “gioiello” Sud-Est senza presìdi

Di Elena Giordano / 29 Giugno 2021
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Nel Sud Est della Sicilia è seria emergenza sanitaria. Da Siracusa in giù, ma è un male che interessa tutta la regione, in fatto di ospedali, pronto soccorso e guardie mediche la popolazione è completamente abbandonata a sé stessa. In più adesso, ed è notizia fresca, dai vertici dell’Asp di Siracusa è stato confermato che non apriranno le guardie mediche estive inizialmente previste per Brucoli, Fontane Bianche, Avola antica, Noto marina, Marzamemi e Portopalo.

Tagliati senza una spiegazione, le strutture mancanti, nel momento di maggiore affluenza turistica per le zone interessate, creeranno non poco disagio alla popolazione che già da tempo è costretta a viaggiare verso le grandi città per qualsiasi cosa avvenga. Oltre il danno la beffa, dunque, se si considera che le uniche guardie mediche funzionanti, come quelle ad esempio di Noto e Pachino, vivono tutti i giorni una realtà da terzo mondo.

La sala d'aspetto della guardia medica di Pachino

 

Medici sfiniti, costretti a turni anche di 48 ore di fila, presidi ospedalieri mancanti, assenza di farmaci, edifici fatiscenti, sporcizia e nessuna norma di sicurezza rispettata, la situazione si presenta davvero allarmante. E se l’Assessorato alla Salute, ampiamente informato degli enormi disagi per tutto il territorio dell’hinterland siracusano, fa orecchio da mercante sulla necessità – e sul sacrosanto diritto per i residenti – di garantire a tutti un efficiente pronto intervento medico, non dà segni di ripensamento rispetto all’indecenza di tenere chiuso il pronto soccorso di un ospedale come quello di Noto, la direzione generale dell’Asp non risponde ai giornalisti.

Il "Triage"  del pronto soccorso dell'ospedale di Avola

In questo senso le risultanze di una recente maxi- operazione ispettiva dei Nas su scala nazionale, svolta nell’ambito delle attività di controllo nel periodo di emergenza sanitaria, sulla regolare conduzione di servizi sanitari di continuità assistenziale – comunemente conosciute come Guardie Mediche – caratterizzati dall’erogazione di prestazioni mediche e sanitarie in orari notturni/festivi, ci induce a sperare che lo stesso avvenga anche per la Sicilia. Dai controlli, infatti, il 25 per cento delle strutture italiane è risultato da chiudere per il non rispetto delle norme igienico sanitarie e 3 siti su 4 sono stati segnalati all’autorità giudiziaria per carenze di tutti i generi, compresa la detenzione di farmaci scaduti.

Intanto l’ospedale Trigona di Noto, che è in “dismissione”, ma costa, inutilmente, come se fosse aperto, continua la sua indolente e insufficiente attività tramite infermieri, dirigenti medici, ausiliari in servizio che, però a partire alle ore 20 di ogni giorno non sono più disponibili. E allora ci chiediamo, è accettabile che un cittadino proveniente ad esempio da Rosolini o da Pachino, centri abitati in bassa stagione da oltre cinquantamila persone, in caso di emergenza debbano recarsi a Siracusa o a Catania?

Salvatore Ficarra, Direttore generale dell’Asp, più volte contattato, non intende rispondere sull’argomento e a Noto i dirigenti medici fanno spallucce affermando che “è colpa della politica”. E i costi di queste strutture, solo apparentemente dismesse, restano gli stessi. «Purtroppo – afferma Gaetano Montoneri, sindaco di Portopalo– la notizia è ufficiale. C’è una carenza di medici».

Carenza di medici? Quanti sono al momento quelli dislocati inutilmente negli Hub per le vaccinazioni Covid? E la sporcizia? E’ anche questa colpa della mancanza dei medici? Come viene organizzato il lavoro degli ausiliari? E delle ditte appaltatrici dei servizi di pulizia e manutenzione? Probabilmente per risolvere il problema, ma ci auguriamo di no, se ai cittadini non sarà possibile dare risposte, dovrà scendere necessariamente in campo, la magistratura.

 

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Pubblicato da:
Carmen Greco
Tag: assessorato regionale alla salute sicilia Avola antica brucoli guardie mediche marzamemi noto marina portopalo di capopassero sanit Sicilia Sud Est turismo