Grotte, i padri di due ragazze sono divorziati
Grotte, padri di due ragazze divorziati e la catechista li colloca in fondo alla chiesa
Durante la Prima Confessione: «Qualcuno ci dia spiegazioni»
GROTTE. La casa di Dio, dove si predicano i valori dell’uguaglianza è diventata il luogo di una discriminazione per due padri che avevano l’unico “peccato” di aver divorziato dalle proprie mogli, ma che non volevano mancare ad un evento importante qual è la Prima Confessioni delle loro figlie. Il fatto è accaduto a Grotte, nella chiesa di San Rocco. A denunciarlo è il padre di una delle bimbe in questione, divorziato dalla moglie, anche lei presente in chiesa insieme al compagno, seduta però in prima fila, insieme alle altre persone. Arrivato per assistere ad un evento importante per la propria figlia, il padre, Santino Alaimo, cerca di sedersi tra le prime file, ma la catechista gli fa notare che il suo posto è più indietro, molto più indietro, nelle ultime file dove c’è un foglio con il proprio nome scritto.
Desolato e rammaricato, pur di assistere all’evento importante per la propria figlia il padre della piccola si accomoda accanto al posto che ha il nome di un’altra persona, un altro padre divorziato, anche lui relegato in ultima fila, anche lui deluso per questa discriminazione.
«Io vorrei capire chi ha deciso questa sistemazione – commenta il padre – perché io in ultima fila e la madre con il compagno in prima fila. È stato mortificante leggere il bigliettino nell’ultima fila, l’ho strappato e ho tranquillizzato l’altro padre, furibondo per quanto accaduto». L’uomo è comunque rimasto in chiesa per assistere alla cerimonia, un evento importante nella vita di ogni bambino che frequenta la Chiesa: «Sono rimasto solo per amore di mia figlia, ho assistito alla Prima Confessione, ho dato un bacio alla mia piccola e sono andato via. Non aveva senso festeggiare dopo una discriminazione del genere».
Il genitore della piccola però non si dà pace per quanto accaduto: «Voglio delle spiegazioni – grida il papà – mi devono spiegare perché è accaduto questo. Adesso è comunque troppo tardi, mi dovevano chiamare prima e spiegarmi la situazione, secondo quali criteri sono state fatte queste scelte e soprattutto da chi. Si parla tanto di parità di diritti, ma alla fine accadono cose del genere che rompono qualsiasi tipo di parità». Il fatto, scoppiato in seguito su Facebook, ha scatenato una valanga di commenti a sostegno del padre vittima di questa discriminazione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA