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Gli sbarchi in Sicilia non si fermano e i pm hanno dubbi sulla scelta di trasferire le salme a Lampedusa

Alla Geo Barents assegnato il porto di Genova ma a bordo c'erano 11 salme

Di Mimmo Trovato |

Non si arrestano gli sbarchi a Lampedusa e il Mediterraneo continua a essere un luogo di dolore, e i migranti restano al centro di polemiche. A fare innescare le proteste di Ong e anche le precisazioni del procuratore capo di Agrigento è la scelta del Viminale di assegnare il porto di Genova alla Geo Barents che ha soccorso 165 persone, ma che aveva a bordo anche 11 cadaveri recuperati, ieri, in area Sar libica.

I corpi delle vittime sono stati trasbordati su una motovedetta della Capitaneria di porto che li ha portati sull’isola delle Pelagie. Una scelta contestata dalle Ong e dal magistrato. «L’autorizzazione è stata determinata esclusivamente da ragioni umanitarie», spiegano dal Viminale, sottolineando che «Lampedusa e Porto Empedocle non avrebbero comunque consentito l’approdo di una nave della stazza della Geo Barents».

Sull’opportunità del trasferimento delle salme a Lampedusa la Capitaneria di porto ha segnalato la presenza di «criticità» legate alla gestione di così tanti cadaveri sull’isola. Nella piccola camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana dal 29 maggio scorso c’è ancora il feretro di una neonata di 5 mesi.

«Plurime criticità di ordine normativo, umanitario e costituzionale sul soccorso in mare» sono evidenziate dal procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo. «Alla nave ong è stato dato come porto di sbarco quello di Genova», mentre l’inchiesta per favoreggiamento di immigrazione clandestina sarà aperta ad Agrigento, una distanza che rallenterà le indagini. Di Leo sottolinea inoltre che «Lampedusa non è attrezzata per la conservazione di un così alto numero di cadaveri» e che «non si comprende la scelta operata di non farli sbarcare a Porto Empedocle».

Il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, ha accolto la motovedetta al molo Favaloro: ha contestato la scelta di Lampedusa, ma ha concesso i locali dell’Area marina protetta per sistemare i corpi in attesa del reimbarco verso Porto Empedocle.

E intanto nell’isola delle Pelagie non si arrestano gli sbarchi, dalla mezzanotte sono stati otto per un totale di 396 persone arrivate. All’hotspot ci sono, al momento, 559 migranti. Per questa sera, la prefettura di Agrigento ha disposto il trasferimento di 200 di loro. Un altro sbarco, di 97 migranti, è avvenuto a Roccella Ionica: è l’ottavo nelle ultime tre settimane per un totale di oltre 600 persone arrivate nel porto calabrese.

Sui propri social Geo Barents di Medici senza frontiere parla dei cadaveri recuperati spiegando di «non sapere se e quante altre persone siano annegate, ma si può presumere che i morti siano stati vittime di un naufragio non rilevato». «La nostra solidarietà – aggiunge l’ong – va a tutti i cari delle persone annegate. La nostra rabbia è rivolta alla politica italiana ed europea»

La nave Ocean Viking di Sos Mediterranee intanto ha soccorso altri 64 migranti in due interventi Sar in acque libiche, compresi 12 minorenni non accompagnati, e ha anche recuperato un cadavere. L’Ong contesta l’assegnazione del porto sicuro per lo sbarco in Italia: «ci è stato assegnato Marina di Carrara, a oltre 1.000 km di distanza», così, aggiunge, «le autorità italiane stanno svuotando il Mediterraneo di mezzi di soccorso vitali sulla rotta migratoria più mortale al mondo, facendo sì che questa tragedia continui».

Sulle polemiche sull’assegnazione del porto sicuro il Viminale ricorda che «la sua individuazione costituisce prerogativa del ministero dell’Interno e quindi, sindacabile, in quanto tale, solo dalla giurisdizione amministrativa» e che «le operazioni di soccorso vanno inquadrate nel più ampio e complesso contesto del fenomeno migratorio via mare» che oltre al soccorso prevede anche l’accoglienza, l’ordine pubblico e la gestione generale del fenomeno migratorio».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA