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Giusi ustionata per errore nella “faida” familiare. Il parroco: «Troppa violenza nel cuore degli uomini perché il prossimo fa paura»

Mentre nel quartiere in pochi hanno voglia di parlare, don Piero Belluso prete della chiesa di piazza Bovio lancia un allarme

Di Francesca Aglieri Rinella |

Tutto tace e in pochi hanno voglia di parlare in via Luigi Capuana, all’angolo con via Monsignor Ventimiglia, dove giovedì pomeriggio una giovane donna è rimasta ustionata dopo essere stata cosparsa da liquido infiammabile e a cui è stato dato fuoco. Ventisei anni, si chiama Giusi e ha lunghi capelli biondi. La “raccontano” così i suoi profili social: sempre impeccabile, sorridente e curata.

Dopo l’aggressione – che i vicini di casa e i parenti – descrivono come una «spedizione punitiva» è ancora ricoverata stazionaria, ma grave nel reparto di Rianimazione del Cannizzaro. «Queste signore – dicono a denti stretti a La Sicilia – sono arrivate in auto e si sono fermate davanti al garage: in fretta e in furia una è scesa, si è avvicinata e ha gettato qualcosa di liquido. All’inizio non abbiamo capito cosa stava accadendo, poi le urla e il tentativo di aiutarla».

Il luogo dell’aggressione

Via Luigi Capuana (nella foto), strada a ridosso della centralissima via Umberto I – è tutta un susseguirsi di palazzi antichi, bassi a destra e a sinistra e piccole abitazioni. Non poco distante dal civico in cui si è consumata l’aggressione c’è un bar. Ieri pomeriggio, non si parlava d’altro. E nell’alternarsi di troupe televisive, cronisti e curiosi i clienti della caffetteria chiedono ai giornalisti: «Come sta la signora bionda, noi la vedevamo sempre passare perché qui abitano i suoi parenti. Lei vive in un altra zona della città. Ma com’è che si arriva a questo punto?».

L’appello lanciato dal parroco

Tra i silenzi di chi non ha «molto da dire» e di chi aggiunge «che sono state dette una marea di inesattezze» a parlare è don Piero Belluso, il parroco della chiesa San Berillo in Santa Maria degli Ammalti, della vicina piazza Bovio. «C’è purtroppo un senso di violenza – commenta a La Sicilia – che ultimamente sembra insito più che mai nel cuore degli uomini. Dobbiamo superare questa visione dell’altro come un nemico. Perchè stiamo perdendo di vista il prossimo come un bene prezioso che il Signore ci mette accanto nel nostro percorso di crescita e di vita. Dovremmo tutti ritornare a quel senso di ricchezza che c’è nell’altro e riscoprirlo anche in un’ottica di comunitarietà. Oggi più che mai stiamo diventando dei mondi separati e a sè stanti. E cosa ancor più grave cerchiamo di farci giustizia con le nostre mani. Non va bene così». Quel dedalo di case don Piero le ha imparate a conoscere. «In parrocchia si è parlato di quello che è accaduto, sono notizie che lasciano senza parole in un quartiere centrale, che non è di certo periferia. A chi ha agito e a chi ha subito io faccio appello dicendo loro quello che ci ha comunicato Gesù. Ogni impurità, violenza, cattiveria o maldicenza proviene dal nostro cuore, del nostro io. Cerchiamo di purificare la nostra interiorità e ritorniamo a guardare il prossimo con gli occhi di Dio. Se Dio ci guarda come esseri speciali, noi perché dobbiamo guardare gli altri come nemici?».Nella notte è stato eseguito il fermo di due donne.

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