Cronaca
Girgenti Acque, il corto circuito tra Istituzioni che asseta la provincia di Agrigento a Natale
Il corto circuito nella distribuzione idrica in provincia di Agrigento (gestita – male – da Girgenti Acque) era solo questione di tempo. Ed ora rischia di esplodere alla vigilia del lockdown di Natale imposto dal Governo per limitare la possibilità di contagi da covid. Acqua ancora più razionata del solito anche per l’agitazione dei lavoratori della società un terzo dei quali potrebbero, a breve, perdere il posto di lavoro.
Una situazione di confusione che si trascina da anni senza che i problemi siano mai stati affrontati alla radice e con le responsabilità – e questo va detto – che non sono solo della società che dovrebbe gestire il servizio idrico integrato, ma anche dell’Ati di Agrigento (un organismo guidato da politici), della Prefettura di Agrigento che negli anni non è riuscita a mettere attorno ad un tavolo i protagonisti della questione per trovare le soluzioni e della Regione che da Palermo osserva senza metterci mano. In mezzo a tutto questo non possiamo dimenticare che una inchiesta della Procura di Agrigento – ormai arrivata quasi alla sua conclusione – che è pure costata il posto ad un prefetto.
Ora accade che il piano d’ambito predisposto dall’Ati prevede 203 posti di lavoro, anziché i 360 proposti dai commissari che sono stati posti al vertice di Girgenti Acque dopo l’interdittiva antimafia che ha messo fuori gioco il fondatore Marco Campione. Commissari finiti al centro delle critiche per via delle loro indennità. Tagli al personale talmente profondi che hanno messo in agitazione i lavoratori che si stanno dunque limitando a garantire i servizi essenziali. Ma ci sono problemi persino nelle riparazioni delle condotte. Il risultato è che nei serbatoi comunali arriva molta meno acqua con i turni di distribuzione che si allungano. Ad esempio a Canicattì, 35 mila abitanti, i turni sono di una volta (e per non più di tre ore) alla settimana. Inaccettabile, anche perché quando Girgenti Acque si propose di gestire il servizio idrico integrato – quasi 15 anni fa – aveva promesso l’acqua 24 ore su 24.
Promessa non mantenuta a fronte di tariffe paradossalmente sempre piuttosto alte in media rispetto al resto d’Italia. Come risolvere questa questione spinosa tra la miriade di acquedotti semiprivati (come Siciliacque) che vendono acqua a Girgenti Acque, che poi, per pagare il personale e i “servizi” deve aggiungere i costi aggiuntivi su potabilizzazione, fognatura e depurazione. Il risultato è un pessimo servizio offerto a fronte di tariffe assolutamente fuori mercato rispetto alla qualità. Come se, per intenderci, pagassimo un vecchio catorcio dallo sfasciacarrozze come una fiammante fuoriserie dal concessionario. Abbiamo chiesto alla Prefettura di Agrigento se siano state predisposte iniziative per garantire la “regolare” distribuzione dell’acqua durante il lockdown di Natale, ma al momento non abbiamo ottenuto risposte.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA