L’evoluzione della specie è possibile, quella del pensiero, invece, è utopia. Le due cose dovrebbero procedere contestualmente, ma il piacere (e la comodità) di restarsene attorcigliati dentro la massa dei luoghi comuni prende sempre il sopravvento. Prendi il prossimo G7 di Taormina, voluto da Renzi per portare i grandi del mondo nel cuore della civiltà mediterranea, là dove si incrociano culture, immigrazioni, religioni ed economie. Scelta strategica, si disse, con la Sicilia da prendere come splendido esempio. E così il G7 arriverà qui, preceduto da una campagna promozionale che Palazzo Chigi ha lanciato con un’App destinata ai giornalisti di tutto il mondo accreditati.
Ma che immagine avranno scelto come biglietto da visita? Archeologo al lavoro in sito Unesco? No. Professore che insegna in classe multietnica? No. Pescatore che, a dispetto della legge, salva immigrati che stanno affogando in mare? No, siamo seri.
Gira e rigira la Sicilia chidda è, la terra degli sguardi profondi, minacciosi, torvi ma intriganti, della serie che non sai se u’ masculu sta per conquistare ’na fimmina, o sta per scaricare una rosa di pallettoni contro un cosa fitusa. Insomma uno a metà tra Paolo il caldo brancatiano e Michael Corleone del Padrino, con tanto di coppola, ah.
E idda? Idda c’è, pure. Bedda è bedda, provocante, di rosso vestita, con ombrellino e foulard, ma sguardo basso, perché, alla fine, sempre fimmina è. Così quest’App va in giro per il mondo e raggiunge migliaia di inviati che verranno da queste parti per il G7, nella culla della civiltà. E già, considerato che tutto si svolgerà a Taormina, una puntatina a Savoca, nel bar dove Coppola girò la celebre scena tra Michael Corleone e Vitelli, il padre (offeso) della bella, timida ed esplosiva Apollonia perché non prevederla?
Magari Trump si fa una foto con la coppola puru iddu. E qualcuno ci troverebbe persino da ridere. Noi no.