Cronaca
«Giovanni e Paolo»: l’urlo a Palermo dei giovani sulla Nave della Legalità
PALERMO – Al grido di «noi la mafia non la vogliamo» e scandendo i nomi di «Giovanni e Paolo» i 1.500 studenti presenti sulla Nave della Legalità e quelli siciliani presenti al porto di Palermo si sono riuniti e hanno dato il via alle commemorazioni per i 27 anni dalla morte di Giovanni Falcone. Ad attenderli, Maria Falcone, presidente dell’associazione Giovanni Falcone, e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
Ieri sera si è svolto sulla nave il dibattito sul tema della legalità al quale hanno preso parte i ragazzi. Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha voluto ribadire come sia importante vedere tutti questi studenti «che non hanno paura» e lottano «perché sono puri» per la legalità e contro tutte le mafie. Per il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho, «le mafie devono essere combattute non solo con la repressione, ma tutti si devono attivare per impedire che esse entrino nei flussi dove circola il denaro. Perché – ha specificato – le mafie stanno cambiando pelle, non sparano più ma sono infiltrate negli affari». Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha poi sottolineato che «l’Italia ha un passato pieno di ferite ancora aperte. La grandezza è prendere quella storia fare delle leggi che siano le migliori al mondo. Questa è la direzione verso cui stiamo andando». Tra gli altri presenti al dibattito, l’Autorità garante dell’Infanzia e dell’adolescenza, Filomena Albano, l’ex presidente del Senato, Piero Grasso, e la presidente delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni.
Stamattina il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, è arrivato nel luogo della strage di Capaci e ha deposto una corona d’alloro sotto la Stele dedicata al giudice Giovanni Falcone e agli uomini della sua scorta. Il premier ha visitato il «Giardino della memoria» per poi raggiungere raggiungere l’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone dove si svolgono le celebrazioni istituzionali.
Intanto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, parlando a “Radio anch’io” delle polemiche sulle celebrazioni in occasione della strage di Capaci, ha detto: «Chi si divide sulla lotta alla mafia sbaglia, chi usa una giornata di memoria e di futuro per fare la sua piccola battaglia politica sbaglia e fa un torto a Falcone».«Io faccio il ministro dell’Interno – ha aggiunto – e con tutto il rispetto per il signor Fava, noi la mafia la combattiamo assumendo poliziotti, confiscando beni e riconsegnandoli ai cittadini».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA