Giarrusso: «Sciogliere il Comune di Noto per mafia». E il sindaco Bonfanti va su tutte le furie

Di Redazione / 09 Luglio 2019

NOTO – E’ scontro, quanto meno dialettico, tra il senatore 5 Stelle Mario Michele Giarrusso e il sindaco Corrado Bonfanti, dopo che il primo ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere l’insediamento della Commissione antimafia tra le stanze del Comune netino. La replica dall’inquilino di Palazzo Ducezio non si è fatta attendere, con Bonfanti che ribadisce la «guida cristallina della città» e getta il guanto di sfida al senatore a 5 Stelle: «Rinunci all’immunità parlamentare e ribadisca quanto detto».

E’ successo tutto poco prima del weekend, quando il senatore Giarrusso ha presentato da primo firmatario assieme ad altri colleghi di partito, un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Si chiede di sapere se il ministro dell’Interno Matteo Salvini – si legge nella nota – sia a conoscenza dei gravissimi fatti che riguardano l’amministrazione comunale di Noto e non intenda attivare la procedura di scioglimento dell’ente».

«Abbiamo chiesto al ministro dell’Interno – spiega il senatore Giarrusso all’interno della nota stampa – se vi siano i presupposti per avviare la procedura di scioglimento del Consiglio comunale di Noto, poiché risulta che il sindaco avrebbe rapporti stretti con un boss locale di spicco, Rino Albergo, il quale ha gestito indisturbato svariate attività commerciali, così come risulta dalle inchieste giornalistiche di Paolo Borrometi, site nel centro di questa importante cittadina turistica e, addirittura, avrebbe gestito il catering del “Gran Ballo Unesco”, prima di ricevere le interdittive antimafia della Prefettura».

Il riferimento del senatore Mario Michele Giarrusso è alle interdittive notificate dalla Polizia alle attività commerciali riconducibili, secondo la Prefettura, ad alcuni famigliari di Albergo e che oggi sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza di Catania.

Alle interdittive sono seguiti gli immediati ritiri delle autorizzazioni rilasciate dal Comune per svolgere le attività commerciali (si tratta di bar, gelaterie e pub in centro storico e di un laboratorio artigianale fuori dal reticolato urbano), ma contro cui i legali della famiglia Albergo hanno presentato ricorso al Tar e il cui esito dovrebbe essere comunicato nelle prossime settimane.

Le dichiarazioni di Giarrusso non sono andate giù al sindaco Corrado Bonfanti, il quale ha preso posizione, rispondendo in maniera decisa. «La mia guida cristallina e il lavoro fatto finora per la mia Noto – replica Bonfanti – e per tutto il territorio del Val di Noto, che penso sia davanti agli occhi di tutti, deve dare fastidio al senatore Giarrusso e ai suoi possibili mandanti, che riesuma questioni trite e ritrite e per le quali, non solo ho ampiamente dimostrato l’assoluta estraneità mia e della mia amministrazione ma, ho anche dimostrato una pro-attività efficace e incisiva di concerto con le Forze dell’ordine».

A queste dichiarazioni, poi Bonfanti aggiunge una stoccata finale, chiedendo al senatore Giarrusso di rinunciare all’immunità parlamentare e riaffermare quanto detto prima. «Dichiari Giarrusso – dice Bonfanti – le stesse infamità, senza lo scudo dell’immunità parlamentare e così, da uomini dello Stato entrambi, anzi il senatore con il privilegio di essere componente della Commissione antimafia, facciamo stabilire alla magistratura la verità una volta per tutte».

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