Una operazione imponente, quella messa a segno dalla Dia che, nel gennaio del 2013, ha colpito al cuore quelle cellule criminali che si erano infiltrate nella gestione del ciclo dei rifiuti nei 14 Comuni del comprensorio jonico etneo. Accertate «irregolarità nei servizi di igiene pubblica che avrebbero consentito all’organizzazione di lucrare rilevanti vantaggi di natura economica». 27 le persone destinatarie di provvedimenti cautelari emessi dal Gip.

I reati ipotizzati, a vario titolo: associazione mafiosa, associazione per delinquere, traffico di rifiuti, traffico di sostanze stupefacenti, traffico di armi aggravato dal metodo mafioso e truffa aggravata ai danni di Ente pubblico. Il processo che ne è scaturito si trascina da 10 anni e ieri sono pervenute le condanne in primo grado. Roberto Russo, fiumefreddese, ex responsabile del personale della ditta dei rifiuti finita al centro dell’inchiesta, è stato condannato alla pena di 21 anni. Il proprio legale, l’avv. Michele Pansera, ha fatto sapere che “proporrà appello”. Sempre 21 anni è la pena inflitta a Salvatore Tancona, meno pesanti le condanne per Carmelo Spinella (10 anni), Giuseppe Sciacca (10 anni e 6 mesi). Assolto per non avere commesso il fatto Michele Varrica, di Fiumefreddo.

Soddisfatto per la formula piena, il proprio legale, l’avv. Salvo Sorbello: “Una persona incensurata ha dovuto attendere un lungo processo per ottenere giustizia, subendo, nel frattempo, tutte le conseguenze dannose subita in sede di lavoro e derivate da accuse così gravi di cui si è avuta prova fossero infondate fin dall’origine”. Per Salvatore Tancona, difeso sempre dall’avv. Sorbello (e dall’avv.Lucia Spicuzza), il legale si riserva di “attendere di leggere la motivazione della sentenza avverso la quale verrà proposto appello”. Per una decina di imputati è intervenuta la prescrizione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA