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Gentile: «Consapevoli di alcune criticità»

Gentile: «Consapevoli di alcune criticità»

Di Giorgio Romeo |

CATANIA – «Determinati indicatori sono comuni a tutti gli atenei siciliani. Per quanto riguarda noi, siamo consapevoli di alcune criticità, ma ci stiamo già lavorando». Commenta così il prorettore dell’Università di Catania, Alessandra Gentile, i dati elaborati dal “Sole 24 Ore” sulla qualità degli atenei in Italia, che vedono quello etneo condividere il 55esimo posto con Palermo. Un risultato poco incoraggiante (a maggior ragione se confrontato con quello dello scorso anno, quando Catania occupava il 51 posto) che vede l’Università ai margini più bassi delle classifiche su indicatori come occupazione post laurea degli studenti, dispersione, attrattività.

«È importante notare – spiega la prof. ssa Gentile – come alcuni indicatori non siano sotto il controllo dell’Università. Ad esempio quello sull’occupazione a un anno dal conseguimento del titolo è inevitabilmente legato a una serie di aspetti socieconomici, dai quali non si può prescindere. Lo dimostra il fatto che, se rapportiamo il dato alle altre università del Sud, i valori sono molto simili. Allo stesso modo, l’indicatore relativo alle borse di studio è dipendente dalle risorse che la Regione mette a disposizione, questo nonostante il numero di idonei sia elevato».

Tra le note positive il parametro “sostenibilità”, ovvero il numero medio di docenti di ruolo nelle materie di base e caratterizzanti per corso di studio. In questa classifica Catania si piazza al quindicesimo posto. «Si tratta di un dato importante – continua il prorettore – perché significa che i nostri studenti hanno la possibilità di essere maggiormente seguiti nel loro percorso». Maglia nera, per il secondo anno di fila, invece, sul piano dell’attrattività che secondo la prof. ssa Gentile patirebbe particolarmente la mobilità di confine. «Per uno studente di Torino decidere di andare a studiare a Milano, è molto più semplice. Venire a Catania da un’altra Regione, invece, costringe a prendere l’aereo».

Particolare attenzione, infine, viene posta all’indice di dispersione, la percentuale d’immatricolati che si iscrivono nuovamente al secondo anno nello stesso ateneo. «L’Ateneo ha cominciato un piano d’azione sul lungo periodo per far fronte a questo fenomeno, sia istituendo un tutoraggio importante per quanto riguarda il primo anno, sia istituendo dei progetti di collaborazione con le scuole».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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