Catania.Un democristiano sempre in piedi, un centrista sempre in sella, sia a destra che a sinistra. La carriera politica di Marco Forzese, 55 anni, più volte deputato regionale prende il «vento in poppa» negli anni della sindacatura Scapagnini, quando ancora giovane (e uno dei pupilli del Movimento per le autonomie), si ritrova sulla poltrona di assessore ai Servizi sociali del Comune e da quella posizione diventa famoso anche per le tante iniziative a favore della terza età catanese, settore che segna la sua carriera politica. Passa poco tempo e Forzese decide, infatti, il gran salto. Sono le regionali del 2006, si candida a diventa deputato all’Ars, sempre col Mpa di Raffaele Lombardo. Ma allora la legislatura dura soltanto due anni. Cuffaro si dimette nel 2008. Forzese, però, si ricandida di nuovo col Mpa e conquista quasi novemila voti che gli permettono di rientrare a palazzo dei Normanni. Nel 2013 nuova ricandidatura e nuova rielezione, ma stavolta non più col Mpa, che nel frattempo ha seguito le vicissitudini giudiziarie del suo creatore ed è sul viale del tramonto. Quindi si ricandida all’Ars, ma ecco il grande salto. Non più con i centristi autonomisti a favore del centrodestra, ma nelle liste a sostegno del governatore Rosario Crocetta. Sono gli anni in cui c’è una «migrazione» costante di forze dal centrismo di destra a quello di sinistra. Forzese diventa esponente della nuova maggioranza, sino al punto di diventare presidente della Commissione Affari istituzionali all’Ars, una posizione di tutto prestigio. Anche la sua carriera politica cambia connotati. Si iscrive prima al Pdr, poi aderisce al Patto democratico per le riforme. Ma queste posizioni politiche, forse, gli stanno strette e quindi si avvicina al Megafono, movimento creato dal presidente Crocetta come simbolo di una nuova politica trasparente. Nella formazione del governatore, però, rimane soltanto pochi mesi. Quindi traghetta nell’Udc dove vi resta per diversi anni, sempre in contatto con l’ex ministro Giampiero D’Alia e col suo punto di riferimento, il presidente Pier Ferdinando Casini, suo amico personale. Forzese è però anche amico politico dell’ex ministro alla Pubblica istruzione, Francesco D’Onofrio, col quale stringe un connubio politico.
Intanto il tempo scorre e alla scadenza della sua terza legislatura pensa a una nuova rielezione. Si candida nuovamente a sostegno del candidato governatore di centrosinistra, Fabrizio Micari, nella lista degli Alfaniani di «Alternativa popolare». Ma i grandi numeri cominciano a scricchiolare e nonostante un buon piazzamento non riesce a riconquistare lo scranno. I tempi, però sono maturi per un ritorno nell’ambito del centrodestra. Dopo la sua lunga parentesi nel centrosinistra, come un transfugo comincia a guardare nuovamente al fronte opposto e si avvicina al movimento «Diventerà bellissima» del governatore Musumeci e del coordinatore regionale Raffaele Stancanelli. E proprio nella veste di nuovo esponente si getta a capofitto nella nuova campagna elettorale per il rinnovo dell’amministrazione pubblica, forse con un pizzico di ambizioni, stroncate sul nascere dall’operazione che lo ha portato agli arresti domiciliari per un sistema di corruzione all’Ispettorato del lavoro, ufficio dove Forzese viene ripreso dalle microtelecamere delle forze dell’ordine aggirarsi a suo agio.